Mezzago: la professoressa vive nei messaggi d’affetto dei suoi studenti

Una settimana dopo nella scuola restano tanta emozione e i messaggi: è l’ondata di affetto degli studenti della professoressa di inglese Rossella Tadini, morta a 58 anni. Messaggi scritti di getto sui muri e poi su cartelloni.
Mezzago: i bagni della scuola con le scritte per la professoressa Rossella Tadini
Mezzago: i bagni della scuola con le scritte per la professoressa Rossella Tadini Gabriele Galbiati

Una settimana dopo nella scuola restano tanta emozione e i messaggi: un’autentica ondata di affetto per la prof scomparsa da parte dei suoi studenti. La morte di Rossella Tadini, professoressa di inglese alle scuole medie di Mezzago, racconta una versione diversa della scuola: vinta a 58 anni da un tumore, la donna è stata salutata dai suoi ragazzi con decine di messaggi scritti di getto sulle piastrelle dei muri del bagno femminile.

“Grazie di tutto”, “I love you prof”, “You are fantastic” oppure “Sei sempre stata la numero uno” alcuni dei messaggi dei ragazzi che la scuola, in accordo con il Comune, ha voluto lasciare sul muro prima di pensare di cancellarli. La scuola ha inoltre fatto posizionare dei cartelloni bianchi su cui gli allievi potranno continuare a scrivere lasciando i loro ricordi della professoressa. Un “wall” reale nell’era dei messaggi social, in cui tutto scorre su una timeline.

La professoressa Tadini ha insegnato alle scuole medie per più di 25 anni e ha lasciato un grande vuoto. Al funerale, per suo volere, è stata suonata una ballata irlandese con violino e chitarra, che l’ha accompagnata nell’ultimo viaggio. Presenti nella chiesa di Vimercate i famigliari, i colleghi, ma soprattutto gli studenti, attuali e passati.


Una perdita molto grave ha commentato la dirigente scolastica di Mezzago e Bellusco, Nora Terzoli: «Ho conosciuto la professoressa Tadini solo lo scorso anno dopo il mio arrivo qui a Mezzago e Bellusco, ma ho subito capito quanto fosse importante per il nostro istituto. Era una persona molto dedita al suo lavoro e vocata proprio all’insegnamento, tant’è vero che nonostante l’acutizzarsi della malattia a settembre voleva comunque tornare tra i banchi. Era molto brava con i ragazzi con i quali riusciva ad instaurare un bellissimo rapporto. Di sicuro quello che ha fatto per loro e per tutto il nostro istituto non verrà dimenticato».

(* ha collaborato Gabriele Galbiati)