Meda, il salumiere Luigino saluta «Dopo 193 anni chiudo il negozio»

Chiuderà o non chiuderà il Luigino? Il cartello che ha esposto fuori dal suo negozio di alimentari è inequivocabile: «Il giorno 30 giugno 2014 dopo 193 anni questa attività chiuderà definitivamente. Luigino ringrazia tutti coloro che in questi anni hanno reso possibile il suo sogno».
Meda, Luigi Collesei chiude bottega.
Meda, Luigi Collesei chiude bottega. Ivan Bavuso

Nella via Matteotti è partito il “toto Luigi”. Chiuderà o non chiuderà il Luigino? Lui in fondo in fondo non vorrebbe, ma il cartello che ha esposto fuori dal suo negozio di alimentari è inequivocabile: “Il giorno 30 giugno 2014 dopo 193 anni questa attività chiuderà definitivamente. Luigino ringrazia tutti coloro che in questi anni hanno reso possibile il suo sogno”.

L’insegna verde, la porta in ferro battuto, la tenda a forma di trecce aggrovigliata all’ingresso. Tutto del negozio di Luigi Collesei ha un tocco un po’ vintage. Vintage nell’accezione più nobile del termine. Persino il suo messaggio ha qualcosa di romantico, parla di sogno. Il suo è quello di andare avanti fino a far compiere al negozio i due secoli di vita, ma è sempre più difficile e il bicentenario sembra davvero una chimera. Ogni tanto Luigi si fa due conti in tasca, e le tasche sono sempre più vuote. Per andare avanti in questi ultimi anni di denaro ne ha messo parecchio, sottraendolo ai risparmi di una vita.

Ora però sembra essere arrivato davvero alla portata finale. È così che una città cambia. Quando i punti di riferimento diventano sempre più evanescenti, quando certe persone, che non sanno neppure usare il cellulare come nel caso del Luigino, restano attaccati a valori e abitudini superate. «Sono entrato in questo negozio come dipendente esattamente cinquantadue anni fa – racconta Collesei – Il mio principale si chiamava Giuseppe Vicini e il negozio lo aveva aperto il suo trisnonno nel 1821. Il mio principale è morto a 86 anni, nona aveva eredi e quando se n’è andato ho voluto rilevare io l’attività».

Quella di Luigi è la storia d’Italia. Lui che arriva ragazzino a Meda da Padova con la famiglia in cerca di lavoro, senza soldi, che si rimbocca le maniche, il padre che muore quando Luigi ha appena 15 anni. E poi il negozio, un principale che diventa quasi un secondo padre, il rapporto con i clienti, gli affari. Poi piano piano tutto cambia. È l’inizio della fine. I centri commerciali e le abitudini mutano, le nuove costruzioni occupano gli spazi: «Quando agli inizi degli anni Novanta ho rilevato l’attività gli affari andavano bene, poi hanno costruito proprio qui davanti e nel giro di pochi mesi ho perso gran parte della clientela. Oggi le clienti più affezionate sono tutte volate in Paradiso».

Ma un lumicino di speranza c’è. Luigi, nei giorni scorsi, ha scritto direttamente al presidente della camera di commercio di Milano Carlo Giuseppe Sangalli: «Ho chiesto un aiuto per non chiudere. Non so se mi risponderà. Io sono già in pensione e potrei ritirarmi, ma è come lasciare qui un pezzo di me. Se riuscissi ad arrivare ai 200 anni, anche per ricordare i miei principali, vorrei chiedere al Comune di chiudere tutta la via Matteotti e offrirei a tutti una grande e bella cena». Chissà se ci riuscirà?