Meda, ancora ricoverato l’aggressore di via Zara: il processo slitta al 23 maggio

È ancora ricoverato, intubato e sedato nel reparto di Rianimazione dell’ospedale San Gerardo di Monza, ma fuori pericolo di vita, l’uomo di 44 anni che giovedì sera ha seminato il panico in via Zara a Meda. Nei suoi confronti sabato 28 aprile il giudice Giovanni Gerosa ha disposto il divieto di dimora nel Comune di Meda, mentre il processo è stato rinviato al 23 maggio.
Una delle auto con il vetro sfondato
Una delle auto con il vetro sfondato

È ancora ricoverato, intubato e sedato nel reparto di Rianimazione dell’ospedale San Gerardo di Monza, ma fuori pericolo di vita, l’uomo di 44 anni che giovedì sera ha seminato il panico in via Zara a Meda aggredendo persone e sfondando auto parcheggiate. L’uomo (M.L le iniziali) si è ferito precipitando da quasi 4 metri nell’area box di un condominio nel tentativo di fuggire ai carabinieri intervenuti dopo l’allarme dei residenti riportando un serio trauma cranico. Nei suoi confronti sabato 28 aprile il giudice Giovanni Gerosa ha disposto il divieto di dimora nel Comune di Meda, mentre il processo è stato rinviato al 23 maggio.

Mentre esplodeva la rabbia din via Zara, il sindaco Luca Santambrogio si stava preparando per incontrare i cittadini dell’Associazione “Quartiere Polo”. Non poteva sapere quello che stava succedendo; poi, a riunione terminata, ha raggiunto la “Sala Civica Radio” dove era in programma un’iniziativa della Pro Loco. A quell’ora è stato informato, e chi lo ha visto in sala ha detto che aveva l’aspetto di una persona disorientata e incredula. Non aveva ancora i dettagli, ma sapeva che qualcosa di grave era successo. «Sono sgomento di fronte a quello che è successo – ha commentato il giorno successivo -, Meda è una città tranquilla e quando accadono cose del genere non è facile trovare delle parole adatte. Sicuramente faccio i migliori auguri di guarigione alle persone che sono state ferite. Mi hanno detto che anche l’aggressore non sarebbe più in pericolo di vita». L’uomo, come ha confermato anche l’assessore ai Servizi sociali Alessia Villa, non era seguito dal Comune. La sua situazione non era del tutto sconosciuta, ma non c’erano i presupposti per effettuare un intervento di assistenza.

«Il Comune può intervenire solo se c’è una segnalazione diretta da parte dei carabinieri, di un familiare o di un servizio specialistico, che comunicano una situazione di disagio e pericolo. Nel caso del cittadino di via Zara, queste segnalazioni non ci sono mai state – spiega Santambrogio – C’erano stati degli episodi un po’ accesi, che però non erano mai degenerati. Mi sento di dire che si è trattato di un caso legato a una persona fragile, che davanti a una serie di problemi, ha avuto una reazione drammatica»