Maxi-sequestro a Monza di bastoncini d’incenso tossici e cancerogeni

Maxi sequestro a Monza: la Guardia di Finanza ha scoperto migliaia di bastoncini d’incenso tossici in un capannone di via Boccioni. Erano destinati a negozi della Brianza, da Bellusco a Meda. L’indagine era scattata dopo un servizio di Striscia la notizia.
Sequestro di bastoncini d’incenso da parte della Guardia di Finanza
Sequestro di bastoncini d’incenso da parte della Guardia di Finanza Redazione online

Quando le Fiamme gialle di Monza sono entrate nel capannone, in via Boccioni, nonostante fosse un giorno di chiusura l’attività era frenetica: un via vai continuo di montacarichi a spostare e eliminare la merce scottante: migliaia di bastoncini di incenso per profumare gli ambienti contenenti sostanze altamente tossiche per la salute.

Dalla combustione si sprigionavano nell’ambiente fumi contenenti benzene e toluene oltre che altri idrocarburi nocivi: 350mila i bastoncini tossici sequestrati. Un’operazione che ha preso le mosse da un’inchiesta del tg satirico Striscia la Notizia, lo scorso gennaio, quando Max Laudadio scoperchiò il caso dei bastoncini di incenso tossici avvalendosi di analisi chimiche fatte effettuare da un docente dell’università degli studi di Milano.

Appena visto il servizio, i militari monzesi si sono immediatamente attivati e, una volta individuato il capannone di Monza dove veniva stoccato il prodotto, destinato ad alcuni negozi al dettaglio della Brianza – alcuni inseriti in centri commerciali – a Bellusco, Busnago, Arcore e Meda, hanno effettuato il blitz sequestrando i 350mila bastoncini di 30 profumazioni differenti, due già segnalate come nocive dal Ministero della Salute.
Le analisi, su ordine della Procura di Monza, sono state fatte effettuare dall’Asl di Desio e hanno confermato la tossicità del prodotto. I finanzieri a quel punto hanno individuato anche la fonte del mercato, l’importatore, un’azienda con sede a Roma, titolare una cittadina indiana 60enne, con ramificazioni in tutta Italia.

Complessivamente hanno quindi sequestrato quasi 22 milioni di bastoncini, 60 tonnellate di peso, per un valore di 4 milioni di euro. Otto le persone denunciate, 22 quelle coinvolte, alcune solo sanzionate.

Dettagli dell’operazione sono stati riferiti davanti alle telecamere di Canale 5 dal comandante del gruppo Guardia di Finanza di Monza, Colonnello Massimo Gallo. Le analisi già fatte effettuare da Striscia: «sono state ripetute e hanno confermato la tossicità dei prodotti. Così – ha proseguito – si è proceduto con i riscontri circa la provenienza di questi ultimi fino all’iscrizione nel registro degli indagati di otto persone. In totale sono state sequestrate sessanta tonnellate di materiale».

Il controllo, a garanzia di venditori e consumatori, su eventuali prodotti pericolosi è possibile on-line sul sito del laboratorio Catas all’indirizzo www.catas.com/it/prodotti-rapex. Si tratta di un sistema (Rapid Alert System for non-food consumer products) di allerta rapido all’interno della UE. La sede principale di Catas spa è in provincia di Udine ma l’azienda ha anche una filiale a Lissone, in via Braille.