Macherio, moschea chiusa per 6 mesi dopo il blitz dei carabinieri

A due settimane dal blitz dei carabinieri all’interno del centro preghiera islamico della Bareggia di Macherio , il sindaco ha deciso la sospensione per sei mesi del permesso di usare l’immobile a scopi religiosi. L’ordinanza di chiusura dell’edificio di via Toti prevede il divieto dell’utilizzo dei locali per qualsiasi uso, compreso quello culturale e assistenziale, che costituiscano una espressione di una professione religiosa
Ordinanza del sindaco: chiuso per sei mesi il centro di preghiera alla Bareggia di Macherio
Ordinanza del sindaco: chiuso per sei mesi il centro di preghiera alla Bareggia di Macherio

A due settimane dal blitz dei carabinieri all’interno del centro preghiera islamico della Bareggia, il sindaco Mariarosa Redaelli ha deciso la sospensione per sei mesi del permesso di usare l’immobile a scopi religiosi. E nello specifico: l’ordinanza di chiusura dell’edificio di via Toti prevede il divieto dell’utilizzo dei locali per qualsiasi uso compreso quello culturale, assistenziale, che costituiscano una espressione di una professione religiosa, per la durata di sei mesi. L’accesso ai locali potrà essere effettuato dai proprietari per tutte le incombenze di ritiro o deposito di beni mobili all’interno del magazzino.

Quindi sì al carico-scarico merci ma almeno fino all’inizio del 2016 lì dentro non potranno più essere svolti momenti di preghiera né celebrazioni della liturgia musulmana. E questo a seguito del controllo effettuato proprio alla fine del Ramadan e della successiva consegna del verbale delle forze dell’ordine, che due settimane fa avevano trovato e identificato una settantina di persone intente nella preghiera della fine del mese di digiuno. Festa rovinata per i cittadini di fede islamica di Macherio, ma festa offuscata anche per le migliaia di persone radunate a Milano, che furono informate del sopralluogo dei carabinieri mentre si trovavano radunate al Vigorelli di Milano.

Il sindaco Redaelli non ha potuto fare altro che prendere atto del verbale delle forze dell’ordine, constatate che ancora una volta il punto preghiera cittadino aveva trasgredito alla disposizione del tribunale che consentiva l’accesso ad un massimo di 15 persone. Quel 17 luglio, i militari contarono all’interno del luogo di culto ben 70 persone. Abbondantemente oltre i limiti previsti dal dispositivo del tribunale. E non per la prima volta. Inevitabile è arrivato il provvedimento del sindaco, che per il momento mette in stand-by il centro preghiera.