Lombardia in zona gialla, riaprono 51mila bar e ristoranti. Coldiretti: «Non sono tutti, necessario sostegno economico»

Sono 51mila, secondo una stima della Coldiretti, gli esercizi tra bar, ristoranti, pizzerie e agriturismi riaperti in Lombardia con il ritorno della regione in zona gialla. Ma non sono tutti e allora l’associazione chiede adeguati ristori.
Monza Centro storico
Monza Centro storico Fabrizio Radaelli

Sono 51mila, secondo una stima della Coldiretti, gli esercizi tra bar, ristoranti, pizzerie e agriturismi riaperti in Lombardia con il ritorno della regione in zona gialla.

“Le riaperture – sottolinea la Coldiretti regionale – rappresentano un’opportunità per il ritorno alla normalità di 10 milioni di persone residenti in Lombardia, ma è anche un’importante boccata di ossigeno per le attività di ristorazione che si classificano tra quelle più duramente colpite dalle misure restrittive. A livello italiano, secondo una stima su dati Ismea, si registra un crack senza precedenti per la ristorazione nazionale, che nel 2020 dimezza il fatturato (-48%) per una perdita complessiva di quasi 41 miliardi di euro”.

Zona gialla significa maggiore libertà di spostamento all’interno della regione, senza autocertificazione dalle 5 alle 22. E poi la ripartenza della ristorazione anche in presenza a pranzo.

“Nelle regioni gialle a minore criticità – sottolinea ancora la Coldiretti – le attività di ristorazione al tavolo sono comunque consentite solo dalle ore 5 alle 18 con la possibilità della consegna a domicilio, nonché fino alle ore 22 della ristorazione con asporto. Le limitazioni fino alle 18 per i bar riducono ulteriormente la sostenibilità economica per giustificare le aperture, tanto che in molti preferiscono mantenere le serrande abbassate. Lo stop and go delle ordinanze per le aperture e le limitazioni presenti creano infatti ostacoli alla programmazione delle attività che si fondano su acquisto e vendita di prodotti deperibili”.

“Le limitazioni alle attività di impresa – conclude la Coldiretti – devono dunque prevedere un adeguato e immediato sostegno economico lungo tutta la filiera per salvare l’economia e l’occupazione ma serve anche una riflessione sulla possibilità di apertura serale dei ristoranti anche alla luce delle importanti misure di sicurezza adottata, quali il distanziamento dei posti a sedere facilmente verificabile, il numero strettamente limitato e controllabile di accessi, la registrazione dei nominativi di ogni singolo cliente ammesso”.