Lo studio alla rsa di Agliate a Carate: «Anticorpi anti Covid crollati, subito la terza dose di vaccino»

Alla rsa di Agliate è stato condotto un studio sulle ospiti: chi non ha contratto il virus ha un bisogno urgente di fare la terza dose del vaccino anti Covid.
L’ingresso della casa di riposo di Agliate
L’ingresso della casa di riposo di Agliate

Il 18 marzo scorso, in occasione della Giornata nazionale in memoria delle vittime del Covid-19, presso la rsa San Carlo di Agliate, è stato presentato lo studio RinascereVax con lo scopo di studiare la risposta anticorpale dei soggetti arruolati vaccinati con 2 dosi di Comirnaty (messo a punto da Pfizer-BioNTech) a distanza di 21 giorni, nei mesi di gennaio-febbraio 2021. I risultati della ricerca, che ha coinvolto 49 soggetti, di età compresa tra i 40 e i 101 anni, tra operatori socio-sanitari ed ospiti della Rsa, dimostrano l’efficacia della vaccinazione anti-Covid: tutti i partecipanti sono risultati negativi ai tamponi rapidi eseguiti nei sei mesi successivi alla somministrazione delle dosi. Nello specifico, nel corso dello studio (completamente autofinanziato), condotto da Tiziano Camnasio, direttore medico della struttura e specialista in malattie dell’apparato respiratorio, i partecipanti sono stati suddivisi in 2 gruppi in base all’età: 24 under 65 e 25 over 65. Il gruppo 1 è stato ulteriormente suddiviso in 3 sottogruppi: a1, composto da soggetti che non hanno mai avuto un tampone molecolare positivo e non evidenza di sintomatologia Covid correlabile dal mese di marzo 2020; b1, con persone che non hanno mai avuto un tampone molecolare positivo ma che dalla raccolta anamnestica risultavano avere un’alta probabilità di aver “incontrato” il virus dal mese di marzo 2020; c1 con soggetti che hanno avuto almeno un tampone molecolare positivo. Il gruppo 2 è stato, invece, ulteriormente suddiviso in 2 sottogruppi: a2 composto da soggetti che non hanno mai avuto un tampone molecolare positivo e non evidenza di sintomatologia Covid correlabile dal mese di marzo 2020; b2, con soggetti che hanno avuto almeno un tampone molecolare positivo.

Nell’arco dei primi 6 mesi dello studio tutti i soggetti sono stati sottoposti regolarmente a tamponi rapidi. Analizzando i dati emersi dalle misurazioni del titolo anticorpale effettuate a 189 giorni dalla somministrazione della seconda dose di vaccino, è emerso che la presenza di anticorpi si è ridotta significativamente nei soggetti dei sottogruppi a1 (del 92%), a2 (del 92%) e b1 (dell’84%). “Si tratta di un dato non in linea con quelli presentati in letteratura da autorevoli riviste scientifiche”, ha commentato Camnasio. Nei soggetti dei sottogruppi c1 e b2 il titolo anticorpale si è invece ridotto “solo” del 64%. «Ciò significa che l’aver contratto il virus ed essere stati vaccinati ha prodotto una migliore risposta anticorpale che viene altresì mantenuta nel tempo”, ha aggiunto l’esperto. I risultati dello studio suggeriscono, dunque, che “la declamata terza dose dovrebbe essere tempestivamente programmata per tutti quei soggetti di qualsiasi età, fragili e non fragili, che durante la pandemia non hanno mai incontrato-contratto il Sars-CoV-2», ha precisato Camnasio. «Ritengo, tuttavia, che non sia necessario fare la terza dose a tappeto solo per fare i numeri. Deve essere fatta una scelta ponderata, scientifica e non politica, che tenga conto dei rischi e dei benefici e della sua effettiva utilità» ha concluso, per poi ringraziare «il personale della rsa e l’infermiera Arienti Mara per l’impegno di tutti questi mesi» e dedicare un «ricordo speciale al collega De Donno per i consigli ricevuti».