La sfida per la presidenza della Provincia di Monza si gioca in Comune a Lissone

Il nuovo presidente della Provincia di Monza e Brianza verrà dal Comune di Lissone. I due candidati, infatti, sono il sindaco Concetta Monguzzi, per il centrosinistra, e Luca Santambrogio, sindaco leghista di Meda, che lavora nel settore famiglia e politiche sociali proprio del municipio lissonese.
Luca Santambrogio e Concetta Monguzzi
Luca Santambrogio e Concetta Monguzzi Gianni Radaelli

Si gioca tutta a Lissone la sfida per la presidenza della Provincia: venerdì 26 luglio si contenderanno i voti dei primi cittadini e dei consiglieri comunali brianzoli il sindaco Concetta Monguzzi e il suo collega di Meda Luca Santambrogio, da 17 anni dipendente del settore famiglia e politiche sociali proprio a Lissone. La Monguzzi, che correrà per il centrosinistra, è di casa in via Grigna: attuale vicepresidente, dal 27 maggio ha assunto le funzioni di presidente in quanto Roberto Invernizzi ha concluso il suo mandato. Santambrogio, leghista, rappresenterà il centrodestra e non ha mai fatto parte del consiglio provinciale.


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Sarà una sfida che, almeno sulla carta, potrebbe decidersi sul filo di lana: i due schieramenti, sostanzialmente, possono contare su un numero pressoché identico di voti ponderati con una leggera prevalenza di una parte o dell’altra a seconda del colore politico di chi conta i consensi. A decidere il risultato saranno i rappresentanti delle molte liste civiche e, soprattutto, le vacanze: vincerà, prevedono molti, l’aggregazione che avrà meno rappresentanti in ferie.

E, visto che quella provinciale anche se di secondo livello è pur sempre una consultazione, i partiti sono impegnati in una mini campagna elettorale alla caccia di preferenze tra gli amministratori dei 55 comuni. Nei loro incontri in giro per la Brianza puntano a intercettare soprattutto gli esponenti delle formazioni locali che nei paesi più piccoli sono difficilmente classificabili politicamente: accanto a quelli marcatamente schierati ce ne sono altri, spesso di centro, che si esprimeranno sulla base della provenienza geografica dei candidati e della conoscenza personale.

Ai due protagonisti, intanto, scappa da ridere pensando allo scontro interno a Palazzo Terragni.

«Sorrido – afferma la Monguzzi – conosco bene il mio avversario: come amministrativo ai servizi sociali gestisce oltre 5 milioni di euro». Una mole di risorse notevole, che per rendere l’idea, è di poco inferiore al bilancio di un piccolo comune. Non la imbarazza, nel caso di una sconfitta, dover fare opposizione in via Grigna a un proprio dipendente: «Se vincerà lui – commenta – non dovrò costruire un rapporto dal nulla». Negli ultimi due anni, aggiunge, si sono confrontati da sindaci sulle tematiche legate al mondo del lavoro e delle imprese.

«È una situazione buffa – concorda Santambrogio – tra tutti i 55 primi cittadini della Brianza ci troviamo davanti proprio noi». Lui, del resto, è abituato ai confronti politici interni: la moglie, Simona Buraschi, consigliere comunale del Pd a Meda, è stata vicesindaco e candidata alla Camera nel 2018. Se venerdì 26 sarà il nuovo presidente difficilmente potrà rimanere nel suo ufficio lissonese: «Dovrò – riflette – rivoluzionare la mia vita lavorativa e valutare l’eventualità di chiedere l’aspettativa». L’appuntamento con le urne scombussolerà anche le sue ferie, programmate da tempo: sospenderà per un paio di giorni le vacanze per presentarsi ai seggi. «Aspettavamo tutti – ammette – una proroga della scadenza a settembre: sarebbe stato più rispettoso». Il rinvio, chiesto espressamente al Governo sia da Invernizzi sia dalla Lega, avrebbe dovuto essere firmato dal ministro dell’Interno Matteo Salvini che ha lasciato cadere nel vuoto gli appelli lanciati dalla Brianza.