Lissone: operazione Usa riuscita, la Oeb si riprende le sue azioni

Tre anni or sono il Fondo italiano di investimento aveva messo a disposizione 7,5 milioni di euro prendendosi il 15% delle azioni e sostenendo così il progetto della Oeb di Lissone di uno stabilimento negli Usa. Ora la Brugola si è ripresa la sua quota. Jody Brugola commendatore al merito della Repubblica italiana
Jody Brugola
Jody Brugola Fabrizio Radaelli

L’Oeb si riprende tutte le sue azioni. Il progetto Usa, che ha portato la storica azienda lissonese ad aprire un sito produttivo a Plymouth, nel Michigan, per rispondere meglio alle esigenze dei clienti americani, prosegue a gonfie vele. E la società lissonese ha deciso di riportare a casa il 15% di azioni che nel 2015 il Fondo italiano di investimento si era preso temporaneamente per finanziare con 7,5 milioni di euro lo sbarco negli Stati Uniti della società leader a livello mondiale nella produzione di elementi di fissaggio per motori e in particolari di viti critiche. Qualcuno, tre anni fa, aveva pensato che la cessione di quote dell’impresa fosse il primo passo verso una possibile uscita di scena della proprietà. Niente di tutto questo.

È stata solo una mossa strategica per sostenere la realizzazione dell’insediamento americano: «Ai tempi -spiega Jody Brugola, presidente e amministratore delegato Oeb- i 7,5 milioni sono serviti per questo investimento. Dopo tre anni l’azienda ha quasi completato il progetto Usa. Abbiamo uno stabilimento da 6mila tonnellate, come prospettato nel business plan del 2014. Quindi alla prima finestra abbiamo esercitato l’opzione di uscita dal finanziamento». L’azienda, insomma, si è ripresa il 15% restituendo il prestito con gli interessi. Quando è stato varato il piano per portare la produzione anche in America Oeb era reduce da un portentoso recupero messo a segno nel periodo 2010-2014. Non sufficiente, però, per affrontare senza un sostegno come quello del Fondo l’avventura americana. Il resto degli investimenti era stato ottenuto grazie agli istituti bancari con i quali il rapporto di collaborazione prosegue.

«L’azienda continuerà a investire negli Usa e in Italia – precisa Brugola- e ribadisce l’impegno ad andare avanti, a far crescere la società. L’apertura del sito di Plymouth non ha portato a ridimensionare l’attività in Italia. Le commesse di lavoro spostate oltre oceano sono state sostituite con altri ordini». La crescita, d’altra parte, è confermata anche dai dati sull’occupazione: negli ultimi tre anni Oeb ha assunto 100 persone.

Lo stabilimento Usa è stato pensato per rispondere più velocemente alle richieste della Ford (uno dei grossi marchi clienti di Oeb insieme a Volkswagen, Renault e più recentemente Bmw e Mercedes) anche nella prospettiva della produzione del nuovo motore Dragon, partita proprio quest’anno. Un momento felice, quindi, per l’azienda brianzola, che trova conferma anche nella nomina di Jody Brugola a commendatore al merito della Repubblica italiana. «Un riconoscimento – chiosa l’ad di Oeb- arrivato perchè, oltre ad aver portato l’eccellenza italiana nel mondo, abbiamo mantenuto il nostro impegno sociale, con gli aiuti ai disabili, gli eventi sponsorizzati per i giovani, l’attenzione al territorio».

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