Lissone, la Coppa Agostoni raccontata dallo storico vice direttore: «Bugno un buono, Gimondi un duro»

«Nel cuore ho Gianni Bugno, anche se era troppo buono. Felice Gimondi era un duro». Questi alcuni dei grandi nomi che Rodolfo Citterio, classe 1930, ha visto nascere e crescere nella veste di vice direttore di gara della coppa Agostoni, ruolo che ha ricoperto per una vita.
Una delle ultime edizioni della Coppa Agostoni
Una delle ultime edizioni della Coppa Agostoni

«Nel cuore ho Gianni Bugno, anche se era troppo buono. Felice Gimondi era un duro». Questi alcuni dei grandi nomi che Rodolfo Citterio, classe 1930, ha visto nascere e crescere nella veste di vice direttore di gara della coppa Agostoni, ruolo che ha ricoperto per una vita. Nato con la passione della bicicletta ha sempre militato nella Mobili ma non ha mai voluto gareggiare, quindi ha preferito il ruolo di vice direttore di gare, anche nelle competizioni dilettantistiche. «Ho iniziato negli anni ’70 a partecipare alle gare dilettantistiche in veste di vice direttore di gara- racconta Rodolfo- allora ci occupavamo di disegnare il percorso, andare a posizionare i cartelli, farli timbrare dai vari responsabili di ogni paese in cui i ciclisti dovevano passare. Per la Agostoni, a Carate Brianza il nostro referente era un prete, il giorno della gara alle 5 del mattino portavo a lui le indicazioni del percorso perché le timbrasse prima di dire messa. Poi a fine gara, erano tolte. Così per ogni paese. Un timbro ogni volta».


Un viaggio tra i ricordi per il signor Citterio, che i suoi 88 anni proprio non li dimostra, e che, con un po’ di rammarico racconta che sono ormai sette anni che è andato in pensione anche da questo ruolo, come dice: «a 81 anni ero un po’ stanco. Salire e scendere dalla macchina per fermare il traffico, quando le macchine non si fermano perché sono corse minori e non sempre la Polizia può essere presente, oltre che essere pericoloso, è diventato impegnativo. Ricordo la fatica dei corridori sul Lissolo, capitava che quelli più stanchi chiedessero aiuto anche ai tifosi presenti per farsi dare una spinta. I veri professionisti tengono duro fino alla fine. Nei tempi d’oro Bugno era uno dei pochi che teneva testa ai russi, molti non riuscivano. Erano tra i più forti loro, fisicamente».

Era un bambino quando osservava i campioni che sfilavano nella sua città e, ancora oggi, quando parla di come viveva quella giornata un po’ di emozione traspare. «La sento come una parte di me, sono orgoglioso di aver contribuito, per tanti anni alla buona riuscita della gara. Ricordo che a fine gara andavamo a cena con le persone delle varie società, con alcuni giornalisti come Alberto Negri che viveva il mondo del ciclismo. Erano bei tempi». Essere vice direttore di una competizione così importante come l’Agostoni è impegnativo, richiede non solo passione e dedizione, ma un’innata passione per questo sport che è davvero faticoso. Stare a bordo della macchina che segue la competizione è stancante mentalmente, al mattino presto devono fare tutto il percorso, posizionare la cartellonistica, verificare che tutto sia in sicurezza, seguire la corsa dalla partenza all’arrivo.

«Ogni coppa è sfiancante- continua- quando tagliavo il traguardo mi sentivo svuotato. Come se avessi corso anch’io. A ottant’anni non lo potevo più fare. Certa negli ultimi anni le cose sono cambiate, da un lato si sono semplificate, c’è molta più sicurezza, dall’altro è sempre più difficile trovare i fondi per finanziare l’intero evento. In tutta la Brianza solo la Mobili promuove e organizza una gara di questo livello, un lustro per la città, ogni anno è un successo, la gente che tifa è sempre tanta, spesso ci sono anche tanti bambini, è positivo che questa passione sia coltivata sin da piccoli. Non saprei dire quest’anno chi taglierà il traguardo, ogni volta è una sorpresa, ci sono sempre più atleti che arrivano dall’estero tra i corridori, in Italia sono pochi i campioni, è uno sport duro, i giovani d’oggi non sono abituati a fare fatica».