Lissone: la badante ha chiesto la sanatoria e ha una tessera sanitaria provvisoria, per lei niente vaccino

La sua posizione, in attesa di una risposta alla richiesta, è assolutamente regolare. Ma quando accede al sistema di prenotazione i suoi codici provvisori non vengono accettati. Numero verde, Ats, vax manager, non c’è verso di trovare una soluzione. La donna che assiste, 87 anni, è stata vaccinata con la prima dose solo in settimana
Vaccinazione, sì, ma non per tutti: per le badanti in attesa di sanatoria il sistema non funziona
Vaccinazione, sì, ma non per tutti: per le badanti in attesa di sanatoria il sistema non funziona

Hanno provato di tutto: Ats, numero verde, vax manager. Ma finora non sono ancora riusciti a risolvere la loro situazione: la mamma allettata di 87 anni ha ricevuto questa settimana la prima dose di vaccino, ma per la sua badante non c’è verso di ottenerlo. Quella della famiglia di Lissone che si é rivolta al Cittadino per raccontare la sua ordinaria storia di disagio legata al Covid é solo una delle tante situazioni che riguardano lavoratrici straniere in attesa di regolarizzazione.

Questa estate, infatti, la badante georgiana che si occupa dell’anziana ha presentato una domanda per sistemare la sua posizione lavorativa e in seguito a questa richiesta ha ottenuto un codice fiscale e una tessera sanitaria provvisorie.

Il problema é che il sistema informatico messo in piedi per prenotare la vaccinazione non riconosce questi numeri: la donna, insomma, nonostante i reiterati tentativi messi in atto da febbraio in poi, nonostante sia una caregiver, una persona che assiste una malata, non è riuscita in nessun modo a fissare una data per farsi inoculare una dose. Come migliaia di altre persone in Brianza (per la sanatoria dalla provincia di Monza sono partite 4mila istanze) non ha ancora avuto risposta in merito alla domanda avanzata l’anno scorso.

Anche in questo caso il sistema é ingolfato: per mancanza di personale le convocazioni degli interessati per concludere le pratiche in questione vanno molto a rilento. E così le badanti devono accontentarsi di documenti provvisori, che danno loro la possibilità di restare ma che non bastano per farsi vaccinare secondo le normali procedure. “Stiamo rischiando veramente tutti i giorni – spiega P.G., che insieme alla moglie L.G. ha tentato tutte le strade possibili per trovare una soluzione- tutte le volte che sostituiamo la badante che va a fare la spesa”.

La settimana scorsa sono riusciti ad ottenere una risposta via mail dall’Ats contattata dal medico di base: le autorità sanitarie prenderanno in carico la situazione anche se, visto il numero elevato di richieste di chiarimenti, per una risposta ci dovrebbe volere qualche giorno.

Il caso delle badanti é stato sollevato a più riprese anche dai sindacati. “Abbiamo chiesto che siano equiparate agli operatori socio sanitari” spiega Laura Lautieri della Filcams Cgil Monza Brianza. “Un problema non da poco -spiega Luca Mandreoli, responsabile dell’area Migranti e Politiche sociali della Cgil locale- molti datori di lavoro che vogliono assumere badanti non lo fanno fino a che non sono vaccinate”. Nel caso di Lissone l’assunzione c’é, é tutto in regola. Ma a quanto pare non basta per farsi fare un vaccino.

Negli ultimi giorni la famiglia è riuscita finalmente a contattare uno dei vax manager, difficili da sentire perchè sempre oberati di richieste: la risposta però, per il momento, è che la situazione verrà riferita a chi di dovere.

La Regione per chi ha problemi relativi alla vaccinazione di persone con tessere sanitarie provvisorie come gli stranieri la Regione ha stabilito di chiamare il numero verde 800894545. L’indicazione é arrivata al Cittadino da Ats Brianza, contattata per il caso della famiglia di Lissone e della badante che lavora per loro. Anche attraverso questo canale, tuttavia, finora non si è riusciti a sbloccare la situazione.