Lissone, il capo delle Guardie ecologiche volontarie finisce sotto indagine

Indagini concluse per il coordinatore delle Guardie ecologiche volontarie Corrado Villa, indagato per concussione, minacce e falso ideologico. Avrebbe preso di mira tre attività: «Vi faccio chiudere». Ora potrà depositare una memoria o farsi interrogare. Poi la Procura potrebbe chiedere il rinvio a giudizio
Il coordinatore territoriale Lissone delle Gev, Corrado Villa.
Il coordinatore territoriale Lissone delle Gev, Corrado Villa.

Concussione, falso ideologico, e minacce. Per frasi tipo: “Tu non sai chi sono io”. Oppure: “Io già sono abituato ad andare in giro armato, va a finire che qualche giorno mi parte l’embolo e faccio quello che devo fare”. A pronunciarle, rivolto a due negozianti lissonesi, sarebbe stato, secondo le accuse ipotizzate dalla procura di Monza, il coordinatore delle Guardie Ecologiche volontarie Corrado Villa, 50 anni. Il pm brianzolo Stefania Di Tullio, nei giorni scorsi, ha chiuso le indagini, una volta raccolta e valutata una lunga informativa (sembra di 200 pagine) presentata dai carabinieri di Lissone su Villa, iscritto nel registro degli indagati per i gravi reati riportati sopra. Secondo quanto appreso, il presunto reato di concussione sarebbe avvenuto nei confronti di due titolari di officine meccaniche di Lissone, uno straniero e l’altro italiano.

Nel primo caso, i fatti si sarebbero ripetuti dai primi di ottobre 2017 al mese di aprile dell’anno scorso, periodo in cui è stata presentata la querela. Nei confronti del meccanico, Villa avrebbe fatto la voce grossa (“io ti faccio chiudere anche per il cane, sto cane qua così non va bene; anche per quella batteria per terra ti faccio chiudere”) evitando di restituirgli un’auto sostitutiva (una Ford Focus) che il lavoratore gli aveva dato in attesa che venisse riparata la sua, costringendolo a consegnargli una Nissan avvertendolo che, se non avesse provveduto ad effettuare il passaggio di proprietà, e se non avesse corrisposto il doppio della caparra da lui versata (500 euro), non gli avrebbe restituito la Ford, e anzi lo avrebbe denunciato ai carabinieri di Lissone.

E avrebbe aggiunto, sempre mantenendo questo atteggiamento, non gli avrebbe pagato per intero il prezzo pattuito per la Nissan (4300 euro) limitandosi a versare 2000 euro. Il tutto sarebbe stato corredato da frasi come: “Guarda che ti ho fatto un favore alla festa di Lissone non facendo il verbale di 3mila euro al tuo amico perchè avete rotto il serbatoio del camion”. Ma soprattutto: “lo vedi quel mirino, attento che io non sbaglio un colpo”. E pur di non pagare 300 euro di lavori di riparazione a un altro meccanico brianzolo, lo avrebbe minacciato con altre parole intimidatorie riportate agli atti dagli inquirenti: “Tu non sai le conoscenze che io, ti mando lì i miei colleghi ispettori Asl perchè anche tu, come tutti, non sei in regola sicuramente con gli scarichi dell’olio e con l’inquinamento, io ti faccio chiudere l’attività, ti faccio prendere un verbale che te lo ricordi, vedrai te”.

Ad altri negozianti della città, in particolare alla moglie del titolare di una gastronomia, si sarebbe rivolto con un “guardi che io vi faccio chiudere, io la butto fuori, sono un pubblico ufficiale posso controllare quello che voglio, guardi che se non è in regola la rovino”, per chiudere con un classico “lei non sa chi sono io”. Villa, contattato ieri mattina telefonicamente, ha detto di non sapere nulla della vicenda, e di essere dunque “all’oscuro di tutto”. Una volta notificato l’atto che certifica la conclusione delle indagini, Villa ha un termine di legge per presentare eventuali memorie difensive, o anche chiedere di essere interrogato. Decorso tale periodo, la procura farà le sue valutazioni, ed eventualmente chiedere il rinvio a giudizio.

Federico Berni