Lissone: esposto del sindaco ai carabinieri per una minaccia di morte su facebook

Il sindaco di Lissone Concetta Monguzzi ha presentato un esposto ai carabinieri per una minaccia rivolta attraverso facebook a commento della partecipazione a un convegno sull’accoglienza ai migranti: “La macchina del fango e dell’odio, per alcuni, si trincera dietro una tastiera”.
LISSONE: sindaco Concetta Monguzzi
LISSONE: sindaco Concetta Monguzzi Elisabetta Pioltelli

“Sparagli nella testa, cosa dite?”. È il commento indirizzato al sindaco di Lissone, Concetta Monguzzi, e comparso su una pagina di social network. Per Monguzzi rappresenta una “minaccia, una frase forte e carica di odio”. Da qui la decisione di presentare un esposto ai carabinieri.
“L’idea che qualcuno voglia spararmi in testa perché esprimo le mie opinioni mi ha spinto a recarmi presso la caserma dei carabinieri di Lissone per presentare un esposto – fa sapere Monguzzi attraverso la sua pagina Facebook – l’intimidazione ricevuta (rimasta online per qualche ora e poi scomparsa) non è la sola frase offensiva ricevuta nei confronti miei e di altre persone. La macchina del fango e dell’odio, per alcuni, si trincera dietro una tastiera. Una cattiva abitudine che mi ha spinta a presentarmi dai carabinieri per tutelare il diritto di tutti – me compresa – ad esprimere il proprio pensiero senza timore che qualcuno possa pensare di “sparargli nella testa””.

Il post dal tono intimidatorio è stato postato a commento della partecipazione del sindaco di Lissone al convegno “Migranti, l’accoglienza ha funzionato”, promosso a Monza dalla Rete Bonvena e finalizzato a discutere i dati dell’esperienza di accoglienza sul territorio brianzolo, iniziativa a cui anche il Comune di Lissone ha concesso il proprio patrocinio con delibera di giunta. La pubblicazione della notizia su una pagina social in cui si parla di Lissone ha scatenato un gran numero di commenti.

“Più d’uno ha interpretato queste affermazioni come se le mie preoccupazioni di sindaco fossero rivolte solo ai migranti – scrive il sindaco – in questi commenti ho ravvisato critiche al mio operato. Ci può stare il disaccordo verso un’azione amministrativa, se tutto ciò avviene in una logica di scambio di opinioni. Fra i commenti, però, è spuntato qualcosa che mi ha lasciato sgomenta. “Sparargli nella testa, cosa dite?”. A parte l’errore grammaticale, non trovo spiegazioni dietro parole simili. Pensare di uccidere una persona o incitare gli altri a farlo, solo perché non la pensa come vorremmo, mi fa tornare alla mente periodi cupi della storia passata. Come sindaco – conclude -mi batto da sempre per la libertà di pensiero e di parola, accetto il confronto (anche su temi delicati come quelli dell’immigrazione) a patto che vi sia disponibilità ad ascoltare e rispettare le posizioni altrui”.