Le nuove luci da 14 milioni di euro di Lissone attendono i giudici del Consiglio di stato: Comune in un limbo di ricorsi

Per aggiudicare il bando da 14 milioni di euro per il nuovo impianto di illuminazione di Lissone servirà aspettare la sentenza del Consiglio di Stato. Il secondo pronunciamento sull’intricata vicenda che ha trascinato il Comune in un limbo di ricorsi.
Nuova illuminazione a Lissone
Nuova illuminazione a Lissone

Illuminazione pubblica: il Comune di Lissone attende la sentenza del Consiglio di Stato che stabilirà quale azienda si occuperà dell’importante progetto con cui l’amministrazione comunale vuole dare nuova luce alla città. Le segnalazioni rispetto alle carenze cittadine ad oggi si sprecano e l’assessore alla città vivibile, Marino Nava, ne è cosciente. «La problematica è urgente e la situazione in Lissone deve migliorare» dichiara.

Prima però di poter dare avvio al progetto d’illuminazione che porterà alla sostituzione di tutti i pali della città, il Comune deve attendere come detto una sentenza. La seconda in pochi mesi. Il progetto in questione è infatti prima passato dal Tar (un’azienda, che non ha vinto la gara del novembre 2019 per l’affidamento della gestione dell’illuminazione pubblica in città, ha presentato e vinto il ricorso al Tar contro l’aggiudicazione dell’appalto indetto attraverso la Centrale unica di committenza della Provincia) e poi dal Consiglio di Stato (appello dell’azienda che ha perso il ricorso al Tar, con udienza il 21 gennaio scorso). Il Comune di Lissone è “nel limbo”, in attesa. «Noi non abbiamo un ruolo, non preferiamo una o l’altra azienda – precisa Nava – noi vogliamo che la città abbia finalmente una nuova illuminazione pubblica. Devo ammettere che sono molto in ansia per la sentenza».

L’appalto in gioco ha del resto non solo il valore di quasi 14 milioni di euro, ma anche e soprattutto un ruolo chiave per il futuro della città e il rischio da evitare sono le lungaggini per cause legali, dato che il progetto è in stand by da tempo. «Quando sarà depositata la sentenza sapremo quale sarà il nostro interlocutore – commenta Nava – un’eventuale diatriba legale innescherebbe un nuovo slittamento dei tempi e questo Lissone non se lo può permettere. La condizione in cui si trovano tante strade non è più accettabile, ci sono vie troppo buie. Siamo ora arrivati ad un punto che può davvero essere di svolta».