Le cause della “nuova Chernobyl mondiale”: l’inchiesta di Fabrizio Gatti sulla pandemia Covid

“L’infinito errore. La storia segreta di una pandemia che si doveva evitare” è il titolo del libro-inchiesta firmato dal giornalista Fabrizio Gatti per ripercorrere origini e cause della pandemia Covid.
“L'infinito errore” di Fabrizio Gatti
“L’infinito errore” di Fabrizio Gatti

“La nuova Chernobyl mondiale”: così la casa editrice La Nave di Teseo descrive la pandemia di Sars-Cov2 che ha invaso il pianeta a partire dal 2020. Ma è un disastro di cui si possono già scrivere le responsabilità dirette: ne è convinto il giornalista Fabrizio Gatti, inviato del settimanale L’Espresso, che pubblica “L’infinito errore. La storia segreta di una pandemia che si doveva evitare” (656 pagine, 22 euro) in libreria dal 15 aprile.

Le cause della “nuova Chernobyl mondiale”: l’inchiesta di Fabrizio Gatti sulla pandemia Covid
“L’infinito errore” di Fabrizio Gatti

Il giornalista originario di Albiate, che nel 2019 con lo stesso editore ha pubblicato “Educazione americana”, ha lavorato in passato anche per “il Giornale” sotto la direzione di Indro Montanelli e poi per il “Corriere della Sera”. Per l’inchiesta sul Covid-19 ha raccolto testimonianze e informazioni inedite e ha consultato non meno di 10mila documenti, con accesso alle banche dati che registrano l’identità genetica dei virus , fino a riscostruire “il viaggio compiuto dal coronavirus: dalle grotte infestate di pipistrelli ai laboratori cinesi dove i nuovi agenti patogeni sono stati studiati in collaborazione con i centri di ricerca americani, australiani e francesi, fino alle nostre città, ai nostri ospedali, alle nostre vite e alle nostre vittime”.

La conclusione di Gatti è che la pandemia ha come origine “esperimenti militari segreti, gli insufficienti standard di sicurezza di molti laboratori di regime, le bugie dell’Oms sui legami di questo virus con le precedenti epidemie di Sars”, passando per i guai dell’Italia, “tra ritardi e cancellazioni di forniture di mascherine e ventilatori polmonari, errori nei lockdown e le troppe scelte sciagurate che hanno disarmato l’impegno coraggioso dei tanti operatori sanitari al fronte”.