Lazzate boicotta il canone: «Il sindaco non darà alla Rai i dati anagrafici dei residenti»

Andrea Monti, consigliere provinciale e assessore al Territorio e sicurezza del comune lancia un appello al suo e a tutti i sindaci per boicottare il canone Rai in bolletta: «Non abbiamo intenzione di piegarci e faremo di tutto per resistere».
Canone: il comune leghista si mette di traverso
Canone: il comune leghista si mette di traverso

La Lega Nord all’assalto del canone Rai. È una vecchia battaglia quella del Carroccio contro la tassa sul possesso del televisore. Addirittura a Lazzate ne avevano fatto una guerra personale, quella del senatore Cesarino Monti che mai pagò per la sede locale della sezione la gabella romana, come la si sentiva chiamare da queste parti.

A raccoglierne l’eredità ideologica è il figlio Andrea, consigliere provinciale e assessore al Territorio e sicurezza del comune di Lazzate che lancia un accorato appello al suo ed a tutti i sindaci per boicottare il canone Rai in bolletta. «Il governo è nel caos più assoluto nella gestione del canone in bolletta, e da mesi ha sguinzagliato anche l’agenzia delle entrate che sta inviando richieste ai sindaci in cui chiede di inviare corposi dati anagrafici sulle famiglie residenti».

La stessa lettera Monti la pubblica senza problemi sul suo blog personale: arriva da Sat indirizzata al comune di Lazzate. «Da anni impegnati nella battaglia di boicottaggio al Canone Rai, anche questa volta a Lazzate non abbiamo intenzione di piegarci e faremo di tutto per resistere. Ho chiesto al mio sindaco, Loredana Pizzi, di chiedere un parere alla Co.Nord (Confederazione Comuni e Province del Nord) a cui siamo iscritti in alternativa ad Anci, la quale ha prontamente risposto sottolineando che al momento ci sono ottime ragioni per non soddisfare le richieste del Sat, l’Agenzia delle entrate».

Nella risposta di Co.Nord, anch’essa pubblicata sul blog, viene citato il recente parere del Consiglio di Stato, quello che ha di fatto stroncato il sistema del canone in bolletta e che cita puntualmente la mancanza proprio di un regolamento sulla privacy, utile a regolare il passaggio di dati sensibili tra amministrazioni, come nel caso delle richieste pervenute ai comuni: «Questo significa che i sindaci possono resistere, non rispondere all’Agenzia delle Entrate, altrimenti rischierebbero di violare le norme sul diritto alla privacy».

Naturalmente l’obiettivo di Monti non si limita alla privacy: l’assessore e consigliere del Carroccio punta dritto ad affondare il canone. «Ormai siamo a ridosso del mese di maggio, il Consiglio di Stato ha bloccato l’operazione, se ora i sindaci rispettano il parere dei giudici e attendono a muoversi c’è la concreta possibilità che ai cittadini non venga addebitato il canone. A quel punto la battaglia per abolirlo del tutto sarebbe già a buon punto».