L’Asst Monza: «Ora siamo il centro dell’epidemia, ci aspettiamo un aiuto»

Situazione difficile al San Gerardo: da sabato a martedì i ricoverati Covid sono passati da 335 a 400. «Ora siamo il centro dell’epidemia e venuto il momento di contraccambiare quella solidarietà espressa da Monza nella prima ondata», dice il direttore dell’Asst Alparone.
Ospedale san Gerardo
Ospedale san Gerardo Fabrizio Radaelli

«È ormai evidente che, in questa seconda ondata, siamo noi il centro dell’epidemia». Il direttore generale della Asst di Monza, Mario Alparone, lo dice raccontando i numeri dei ricoveri che sono in costante e rapido aumento. Erano 335 i ricoverati nella giornata di sabato, già saliti a 400 martedì. Nel fine settimana si è passati da 26 pazienti in terapia intensiva a 31, a 90 pazienti è stato applicato il casco Cipap.

«In questi ultimi giorni arrivano pazienti in condizioni più gravi rispetto all’inizio della seconda fase – prosegue il direttore generale – e bisogna intervenire con strumenti di maggior impatto». Di fronte a questi numeri bisogna trovare posti letto per i ricoveri che si mantengono con una media di oltre trenta al giorno.
«Stiamo rapidamente trasformando i nostri reparti ospedalieri in reparti Covid – prosegue Alparone – sono ormai otto, ma si procede con le riconversioni al ritmo di un reparto al giorno».

Anche la rete territoriale che vede il San Gerardo come hub regionale per il Covid e una serie di strutture “satellite” in cui inviare i pazienti meno gravi rischia di non farcela più.

«La nostra rete territoriale – dice Alparone – ci ha permesso di trasferire un centinaio di pazienti per alleggerire il nostro ospedale verso Desio, Vimercate, il Policlinico di Monza, ma se i casi in arrivo sono più impegnativi mi aspetto un aiuto da altre aziende ospedaliere regionali che in questa seconda fase sono meno colpite».

In sintesi il messaggio è chiaro: il San Gerardo ha ricoverato nella prima ondata oltre 600 pazienti di cui il 70% da fuori provincia mostrando grande solidarietà nei confronti di quelle aziende sanitarie che registravano numeri da record, ora è venuto il momento di contraccambiare quella solidarietà, di ristabilire l’equilibrio dei flussi.

Un messaggio ribadito anche dal sindaco Dario Allevi in Regione che pare iniziare a sortire qualche effetto.

«Abbiamo ricevuto indicazioni di attenzione dalla Regione sull’evoluzione della nostra situazione – si limita a dire Alparone – l’ospedale continua a rispondere alle esigenze del territorio, abbiamo aperto con le nostre forze alcuni posti letto in Fiera a Milano e stiamo allestendo la palazzina accoglienza con 40 posti di semi intensiva per far fronte meglio all’aggravamento del profilo clinico dei nostri ammalati».

Si lavora anche per alleggerire il pronto soccorso dove arrivano una settantina di pazienti al giorno che seguono il percorso Covid: «Circa la metà – spiega Alparone – viene rimandata a casa perché può essere curata al domicilio. In questa direzione va la novità degli hotspot sul territorio che hanno l’obiettivo di evitare accessi inopportuni al pronto soccorso».

Infine la questione del personale: «Il nostro ospedale sta implodendo – ha detto ancora il sindaco Dario Allevi – il numero dei pazienti aumenta e diminuiscono i sanitari in grado di curarli perché bisogna fare i conti con i tanti sanitari in quarantena».