L’architetto della Curia alla Rocchetta sull’Adda: «Ho lasciato che gli occhi del custode si sostituissero ai miei»

Un’ospite speciale al Santuario Madonna della Rocchetta: nei giorni scorsi, accompagnata dall’instancabile Fiorenzo Mandelli, ha fatto visita l’architetto Bruna Ravasio che ha eseguito un sopralluogo e redatto una scheda informativa per conto della curia arcivescovile di Milano.
Cornate: visita Rocchetta architetto Ravasio
Cornate: visita Rocchetta architetto Ravasio Marco Testa

Arrampicata sul suo costone di roccia e avvolta tra le rapide del fiume da un lato e dalla vegetazione del parco Adda nord dall’altro la Rocchetta di Porto d’Adda, anche in questi mesi difficili e di chiusura, continua ad essere una delle mete preferite per le passeggiate e le gite del vimercatese e non solo.

Ad accogliere pellegrini, podisti e visitatori è sempre l’instancabile custode del santuario mariano, il cavalier Fiorenzo Mandelli che nei giorni scorsi ha ricevuto la visita dell’architetto Bruna Ravasio che ha eseguito un sopralluogo e redatto una scheda informativa per conto della curia arcivescovile di Milano. La stessa Ravasio ha voluto descrivere con queste parole la sua visita:

L’architetto della Curia alla Rocchetta sull’Adda: «Ho lasciato che gli occhi del custode si sostituissero ai miei»
LEONARDO ADDA E SABTUARIO ROCCHETTA

“In data 29 gennaio 2021 ho avuto la fortuna ma anche il piacere di essere accompagnata al sopralluogo dal cav. Fiorenzo Mandelli custode da dodici anni della Chiesa. La chiesa, essendo io di Trezzo sull’Adda, paese vicino, l’avevo visitata da bambina con gli amici dell’oratorio ma averla rivista in una giornata che seppur gelida, esaltava tutta la bellezza della forza della costruzione è stata una emozione unica. Il quadro di vegetazione spoglio contrastava fortemente con la visione della roccia e del ceppo che sembravano sostenere la costruzione alla sua vetta. Ho ascoltato con interesse la storia, i racconti dei luoghi e le tracce leonardesche che sono cosa unica con il contesto religioso e paesaggistico e ho lasciato che gli occhi del custode si sostituissero ai miei”.

E poi: “Stessa dinamica per l’interno della chiesa scoperto piano piano nella nicchia sul fondo di un’abside appena accennata e sulle opere d’arte alle pareti, dalla croce del risveglio – in contrapposizione alla classica vista del corpo nudo e crocifisso – fino alle opere di cuore moderno del rocchetto e del ciclo della vita con materiali autoctoni quali rami di robinia e fili da tessere di lana rossa, come i rocchetti per l’appunto di lontana memoria industriale. Le opere di manutenzione che quotidianamente vengono fatte alla chiesa ma anche ai locali sottostanti e gli interventi nel liberare e tenere sfoltita la vegetazione circostante, garantiscono la vita e il perdurare stesso di una meraviglia che i viandanti, i pellegrini o semplicemente i turisti e sportivi che frequentano questi percorsi naturalistici possono ammirare. La chiesa detta Santuario della Vergine della Rocchetta è consacrata e idonea alle celebrazioni di culto. Grazie all’opportunità datami dal mio lavoro, grazie alla disponibilità cordiale del cavaliere Mandelli e grazie a chi, sempre come Fiorenzo, tramanda con passione e competenza un gioiello della storia nella storia”.