L’appello della Spi Cgil Lombardia: «Servono città a misura degli anziani»

Gli strumenti ci sono, in molti casi le risorse anche: quindi le città a misura degli anziani si possono fare. Ne è convinta la Spi Cgil di Monza, che si rivolge ai Comuni.
La Spi Cgil chiede città a misura di anziani
La Spi Cgil chiede città a misura di anziani FABRIZIO RADAELLI

Spi Cgil Lombardia chiede politiche attive efficaci per garantire che le città siano a misura degli anziani. «Oggi – sottolinea il sindacato- sono ben 814mila gli over 60 lombardi che vivono soli ed è fuor di dubbio che la società che ci attende sarà sempre più anziana da un punto di vista anagrafico».

Spi Cgil evidenzia che in Lombardia non sono molte le amministrazioni comunali sensibili a questi temi e non solo a causa delle rigidità della finanza locale. «Negli ultimi tre anni -rilevano i sindacalisti- oltre il 90% degli enti locali ha approvato in bilancio quote significative di avanzo di amministrazione disponibili per la realizzazione di interventi di carattere sociale i cui costi non sono esorbitanti. Eppure, queste risorse spesso non vengono destinate a questi scopi». Secondo il sindacato occorre «potenziare, sia nelle aree metropolitane sia nei comuni più piccoli, le politiche urbanistiche e abitative con l’obiettivo di promuovere soluzioni adeguate alle reali esigenze di una fascia di popolazione molto ampia preservando gli spazi in cui si incontrano e le zone pedonali prive di barriere architettoniche, sostenendo i piccoli esercizi di vicinato, sollecitando le esperienze di silver cohousing, prevedendo modifica di edifici, strutture, in modo che siano resi accessibili per tutti e realizzando, accanto alle rsa, strutture e prestazioni di cura volte a facilitare la permanenza degli anziani non autosufficienti nella propria abitazione».

Il sindacato dei pensionati ritiene che un ambiente amico degli anziani sia il risultato dell’integrazione di componenti materiali, ovvero (edifici, spazi abitativi, strade, mezzi di trasporto e componenti intangibili come conoscenza, comunicazione, partecipazione, solidarietà.

«La sua realizzazione – conclude il sindacato- non è in contrasto con gli interessi delle altre fasce demografiche, ma anzi contribuisce a migliorare l’inclusività, lo scambio intergenerazionale e la vivibilità dell’ambiente urbano a vantaggio di tutti. Soprattutto in questo momento particolare un’organizzazione efficace dello spazio urbano e dello spazio abitativo può favorire la ricostruzione e il mantenimento dei legami, specie intergenerazionali, contrastare efficacemente l’isolamento fisico e relazionale e svolgere funzioni protettive per i legami forti».