L’addio di Villasanta a Piero Genoa, storico allenatore dei pulcini Cosov

Per vent’anni ha cresciuto i più piccolo calciatori della Cosov ed è rimasto nel cuore di tanti: Villasanta ha salutato Pietro Viganò, per tutti Piero Genoa, nella chiesa di Sant’Anastasia.
A sinistra Piero Genoa (Pietro Viganò) ex allenatore Cosov
A sinistra Piero Genoa (Pietro Viganò) ex allenatore Cosov

Per tutti è sempre stato Piero Genoa, un’istituzione a Villasanta, uno dei volti più conosciuti e amati del paese. Pietro Viganò, questo il suo nome, se ne è andato lo scorso 29 dicembre. Aveva appena compiuto settant’anni. Il paese intero gli ha reso omaggio il 3 gennaio, nella chiesa di Santa Anastasia, dove si è svolto il funerale.

Non aveva parenti prossimi, eppure la schiera di amici ed ex allievi era foltissima. Per vent’anni è stato allenatore dei pulcini della società Cosov, la sua seconda casa. «Ti insegnava soprattutto il rispetto verso i compagni, gli avversari, l’arbitro e l’allenatore. Le regole dello spogliatoio valevano di più delle regole del gioco. A noi che iniziavamo a giocare a calcio a dieci anni ha insegnato prima di tutto a stare al mondo. Per generazioni di ragazzini è stato un padre e un maestro», raccontano i suoi ex piccoli calciatori, ormai cinquantenni.

Piero Genoa (il soprannome era un omaggio alla sua fede calcistica ereditata dal padre monzese, ma tant’è) aveva lasciato la Cosov da vent’anni, ma ha continuato a vivere la vita di Villasanta, dalla prospettiva unica del Bar Roma, in via Confalonieri, sotto casa sua, dove passava le giornate dopo essere andato in pensione, tra le chiacchiere sul calcio e i ricordi del passato.

«Era un pezzo di pane, un amico empatico con cui non si riusciva a polemizzare nemmeno quando ci si inoltrava per gli sdrucciolevoli sentieri del calcio tifato – racconta Franco Radaelli in un ricordo s Il Punto Villasanta -. È diventato il fratello maggiore di decine e decine di giovanissimi calciatori. Lui c’era sempre per tutti».

In tanti lo ricordano ancora aggirarsi a bordo campo durante le partite dei tornei con il cappotto lungo e i pantaloni eleganti, lanciare suggerimenti e tattiche di gioco con la sua inconfondibile erre moscia. «Sembrava di sentire parlare l’avvocato Agnelli», ricordano divertiti gli amici.