“La Villa reale che vorremmo”, associazioni e comitati di Monza passano ai progetti operativi: l’idea di una mostra in autunno

Secondo incontro delle realtà di Monza che si sono candidate a contribuire al rilancio della Villa reale dopo la fine del rapporto tra il concessionario privato e il consorzio. Un gruppo di lavoro per organizzare iniziative a partire dalla primavera o quando sarà possibile.
MONZA ballo salone della villa reale - foto d’archivio
MONZA ballo salone della villa reale – foto d’archivio Fabrizio Radaelli

Determinati e in una rete che conta un numero sempre maggiore di adesioni. Le associazioni culturali e i comitati di Monza con la Villa Reale nel cuore si sono dati di nuovo appuntamento per quello che è stato il secondo incontro operativo sul tema.

Perché ora che la reggia del Piermarini è tornata in mano pubblica, insieme bisogna ragionare per cercare di darle un’identità. Perché è tempo di riflettere su quale potrebbe essere «la Villa che vorremmo», spiegano le oltre 20 realtà unite attorno al tavolo virtuale di Zoom, la piattaforma digitale sulla quale si sono incontrate nuovamente.

Un’impresa non da poco. Destinazione d’uso, accanto a identità, le parole chiave su cui ragionare. E in quest’ottica gli interlocutori più appropriati non potranno che essere anche i professionisti a cui è stato affidato l’incarico di redigere il masterplan, la mappa che traccerà il futuro dell’intero complesso. Perché non bisogna dimenticare che non è solo attorno al concetto di villa che bisogna riflettere: accanto a lei ci sono il parco e i giardini reali. In sintesi: tutti gli organismi che costituiscono il corpus monumentale del capoluogo della Brianza.

E allora, per guardare al futuro, un buon punto di partenza potrebbe essere quello di (ri)studiare il passato. Magari allestendo una mostra che ripercorra gli studi e i piani elaborati nel corso degli anni e dedicati alla reggia e al parco che la circonda, ricco delle sue mille sfaccettature.

Dal progetto dello studio Giovanni Carbonara, vincitore del concorso internazionale bandito nel 2004 da Regione Lombardia al Piano regolatore presentato nel 1995 in Consiglio comunale da Leonardo Benevolo, passando per lo studio redatto a metà degli anni Settanta dalla facoltà di architettura dell’Università di Genova, sotto il coordinamento della professoressa Annalisa Maniglio Calcagno.

«Documenti pubblici poco conosciuti che al pubblico possono essere mostrati di nuovo – hanno convenuto le associazioni e i comitati – organizzando anche momenti di approfondimento e di dibattito».

Mentre si ragiona sul luogo più adatto ad ospitare la mostra, che prevederebbero per l’autunno, si lavora anche sul calendario di iniziative che possano accompagnare, come si spera, la riapertura della Reggia in tarda primavera e in estate: concerti, incontri e attività all’aperto per riavvicinare alla Villa i monzesi (ma non solo).

A coordinare gli interventi, Raffaella Fossati, presidente degli Amici dei Musei Mb, una delle tante realtà che da subito hanno firmato la lettera-appello all’amministrazione consortile del Parco: presenti tutte le realtà che avevano partecipato alla prima riunione e qualche volto nuovo, tra cui l’associazione culturale Mille Gru.

Oltre ad Associazione Amici dei Musei di Monza e Brianza e Millegru, aderiscono Comitato per il Parco Antonio Cederna, Comitato La Villa Reale è anche mia, Associazione Mazziniana Monza, Italia Nostra Monza, Associazione Amici della Musica Monza, Università Popolare Monzese, Associazione Mnemosyne, Centro Culturale Ricerca Monza, Circolo Legambiente Alex Langer, Comitato Viale Lombardia 246, Comitato Quartiere Sant’Albino, Comitato Residenti Area Scotti, Comitato Boito-Monteverdi, Comitato Buon Pastore e Comitato di Via Blandoria,.