La riscoperta di un “nobile” dolce di Natale a Monza: ecco la “Corona monzese”

La pasticceria Mister C di Monza riscopre in un quaderno storico la ricetta di una dolce speciale perfetto per il Natale “nobile” nella tradizione umbertina della città: è la “Corona monzese”.
Panettoni, panettoni speciali e corone monzesi in asciugatura
Panettoni, panettoni speciali e corone monzesi in asciugatura

Tutto è cominciato con un ricettario in regalo, un prezioso quaderno riemerso direttamente dai tempi delle cucine del re. La (ri)scoperta della “Corona monzese” è partita da lì: Mister C, al secolo il pasticcere Fabio Frenquellucci con due attività a Monza, si è messo al lavoro per aggiungere un dolce al natale della città.

Il pasticcere che l’aveva annotata si chiamava Egidio Costa, aveva negozio nella zona centrale del Ponte dei leoni e lavorara per le cucine della Reggia. L’opera di divulgazione è avvenuta attraverso la pronipote conosciuta in ambiente scolastico: il classico “prendilo tu, ne saprai fare un migliore uso”. In effetti così è stato perché Frenquellucci, pasticcere ma anche sperimentatore e viaggiatore, ha preso in mano la questione e soprattutto ha messo al lavoro il suo lievito madre che è il segreto alla base di quattro generazioni di lievitati.

E due anni fa ecco le prime “Corone”, dal nome dato dalla forma caratteristica: pasta come il panettone, cioccolato piemontese, marroni del Piemonte, noci di Sorrento coltivate nel Parco e profumo di arancia. Re Vittorio Emanuele pare nel fosse ghiotto.

«È un dolce semplice, di cui si era persa la tradizione – racconta Frenquellucci – perché Monza per troppo tempo ha vissuto sulla vicinanza con Milano. Una volta conosciuta la ricetta ci è venuto in mente di metterci al lavoro per riproporla, anche se è difficile scalzare il primato del panettone».

Anche se il concetto alla base era lo stesso: l’impasto lievitato che durava e si poteva mangiare tutto l’anno. Un’altra delle sfide di Mister C: fare del panettone un dolce senza stagioni, proprio come succede in altre province lombarde (Varese prima di tutte).

«Siamo ancora degli alchimisti, solo un po’ più moderni», dice. L’alchimista moderno lavora tutti i giorni con il lievito madre «che mi ha dato il mio maestro, che a sua volta l’aveva avuto dal papà e dal nonno. Per me sono ventisei anni di lavoro, il maestro ha 85 anni. Io l’ho trasmesso a chi lavora con me, perché si è sempre allievi di qualcuno».

Che diventino corone o panettoni, l’impasto – soprattutto nel secondo caso – ci mette 72 ore prima di essere pronto. Tre giorni di lavoro, poi si trasforma nel dolce secondo la ricetta tradizionale, nel panettone pere e cioccolato («un cavallo di battaglia»), in quello limone e cioccolato bianco o nel Christmas Stollen, ricetta tradizionale tedesca realizzata stavolta con lievito pressato per conseguenza delle condizioni climatiche diverse della regione d’origine. Il profumo del Natale attraverso un viaggio non solo nel tempo.