La rete Lampo del Politecnico passa in Brianza: prevederà alluvioni e dissesti idrogeologici

Sono iniziati i rilievi per installare a Carate e poi a Cesano due stazioni della rete Lampo ideata dal Politecnico con un finanziamento della Fondazione Cariplo: permetterà di prevedere in anticipo il meteo e mitigare possibili esondazioni e dissesti.
Una parte del progetto Lampo
Una parte del progetto Lampo

Anche Carate Brianza e Cesano Maderno sono strategicamente inseriti nel progetto “Lampo”. Saranno infatti sede di due delle otto stazioni Gnss (Global Navigation Satellite System) utili a sperimentare un sistema innovativo, a basso costo, per la previsione a brevissimo termine dei temporali e quindi per la mitigazione dell’impatto di esondazioni e dissesti idrogeologici. I primi sopralluoghi in città sono stati effettuati pochi giorni fa, mentre l’installazione della stazione sul palazzo comunale di Carate nuovo è prevista in gennaio.

“Lampo” – che sta per Lombardy-based Advanced Meteorological Predictions and Observations – è un progetto pilota, iniziato nel maggio 2018 con durata biennale e finanziato da Fondazione Cariplo, con 200mila euro in forza del bando 2017 “Ricerca dedicata al dissesto idrogeologico: un contributo per la previsione, la prevenzione e la mitigazione del rischio”. Ha per capofila il laboratorio di Geomatica e osservazione della Terra GEOlab del Politecnico di Milano e coinvolge ARPA Lombardia, lo spin-off del Politecnico GReD (Geomatics research & development), e la Fondazione Politecnico di Milano.

«Il nostro obiettivo è quello di dislocare le stazioni GNSS nella zona del Seveso, ma anche lungo l’asse di altri fiumi tra cui il Lambro, per creare un laboratorio a cielo aperto» spiega Giovanna Venuti del Politecnico di Milano e responsabile scientifico del progetto.

Lampo si basa infatti sull’utilizzo di un sistema di antenne e sensori e di un modello in grado di stimare il contenuto di vapore acqueo, al fine di migliorare la previsione a brevissimo termine di fenomeni locali di pioggia intensa. Il sistema consentirà così di formulare “early warning” destinati ad un utilizzo diretto di Arpa e, conseguentemente, di chi sul territorio si occupa di prevenzione e intervento nelle situazioni di rischio o emergenza. «Rispetto alle allerte oggi disponibili, che vengono formulate diverse ore o il giorno prima dell’evento, in questo caso si tratterebbe di allerte lanciate anche un’ora prima dell’evento, molto più puntuali e localizzate».

I sensori con tecnologia Gps/Gnss sono piuttosto costosi e dunque poco utilizzati. Ma la sfida di Lampo è quella di utilizzare – per la prima volta in Italia – prototipi di strumenti a basso costo, che consentiranno di installare un numero maggiore di stazioni di misura. «Vogliamo che i nostri studi di ricerca abbiano una ricaduta pratica sulla società – dice Venuti -. Sarebbe la prima volta che un sistema come questo viene applicato per fare previsioni in grado di anticipare fenomeni di pioggia rilevanti».