La protesta dei parchi divertimento: «Chiusi fino a luglio senza un perché»

Coinvolte oltre 230 strutture in Italia, numerose a poca distanza dalla Brianza. In particolare l’Associazione Parchi Permanenti Italiani, sottolinea come strutture all’aperto e «ipercontrollate», siano « inspiegabilmente considerate attività pericolose».
Gardaland
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Per divertirsi sulla montagne russe occorrerà attendere il 1° luglio e sale la protesta. Una data di riapertura (solo in zona gialla) per parchi a tema e di divertimento che ha generato vibranti proteste da parte del settore, oltre 230 parchi divertimento in Italia, numerose a poca distanza dalla Brianza. In particolare ’Associazione Parchi Permanenti Italiani, sottolinea come strutture all’aperto e «ipercontrollate», siano « inspiegabilmente considerate attività pericolose».

L’Associazione ha anche ricorda che nel 2020, ancora senza vaccinazioni, «il settore era stato riaperto a fine maggio» mentre quest’anno: «il Governo toglie un mese di lavoro al settore». Una protesta che vede presente anche il parco divertimenti Gardaland, che dà lavoro a «oltre 1.500 dipendenti diretti e 10.000 occupati nelle aziende dell’indotto del Lago di Garda».

«Siamo trattati peggio delle sale giochi e delle altre attività al chiuso – dice Giuseppe Ira, Presidente Associazione Parchi Permanenti Italiani -, inclusi i ristoranti, mentre le attività si svolgono sempre all’aperto, con ampi spazi e sotto il controllo di personale preposto, a differenza di quanto può accadere per strada o nelle aree gioco per bambini dei parchi pubblici». Dove viene assicurato un protocollo di sicurezza con ingressi contingentati: «per evitare ogni rischio di assembramento».

Un problema che investe anche i parchi faunistici e i parchi avventura all’aperto e i parchi acquatici, con questi ultimi che, a differenza delle piscine all’aperto, non potranno riaprire il 15 maggio.