La proposta del prefetto ai residenti di Briosco: sei rifugiati al posto di 14

Richiedenti asilo a Briosco. Cancellato l’arrivo di quattordici uomini adulti. Sul tavolo l’ipotesi di due famiglie con figli piccoli. E’ quanto proposto dal Prefetto di Monza, Giovanna Vilasi, ai residenti di via Verdi che dovranno fornire una risposta nei prossimi giorni. In caso negativo - dice il prefetto - si potrebbe rinunciare all’insediamento.
Il cartello appeso sul cancello del condominio
Il cartello appeso sul cancello del condominio

Richiedenti asilo a Briosco. Cancellato l’arrivo di quattordici uomini adulti. Sul tavolo l’ipotesi di due famiglie con figli piccoli. E’ quanto proposto dal Prefetto di Monza, Giovanna Vilasi, ai residenti di via Verdi nell’incontro di giovedì mattina cui hanno partecipato due condomini assistiti da un legale, il sindaco di Briosco Anna Casati, e il vicesindaco Andrea Folco.

«La soluzione indicata dal Prefetto si è concretizzata nell’invito rivolto ai rappresentanti dei condomini ad accogliere, in due diversi appartamenti, due famiglie composte da padre, madre, figlio – si legge nel comunicato stampa diffuso dall’amministrazione comunale nel tardo pomeriggio di giovedì – Ciò non già da considerarsi come imposizione bensì come proposta da sottoporre alla valutazione da parte dei condomini stessi. Il Prefetto ha inoltre tenuto ad assicurare che, ove la presenza dei due nuclei dovesse generare problemi, interverrà per allontanarli e ha concluso chiedendo ai rappresentanti condominiali di confermare l’accettazione entro la prossima settimana. In caso negativo potrebbe rinunciare all’insediamento».

Nei giorni scorsi cittadini e rappresentanti del mondo politico si erano attivati per dare supporto ai residenti della palazzina di via Verdi dove era inizialmente prevista l’accoglienza in tre diversi appartamenti del secondo piano di quattordici migranti tra i 20 e i 30 anni provenienti da Correzzana. La notizia aveva iniziato a circolare nella mattinata di sabato quando alcuni residenti del palazzo avevano incontrato sulle scale condominiali gli addetti della cooperativa SocioSfera di Seregno incaricati di preparare gli alloggi.

Nello stabile al civico 19 di via Verdi abitano una dozzina di famiglie. Venti persone in totale, di cui sette minori, che martedì sera sono scese in strada, davanti al loro condominio, per dire no all’arrivo dei profughi. «Non sappiano chi sono, da dove arrivano – ha detto Gilberto Lisi, uno dei proprietari – Nessuno ci ha informati». Alla manifestazione di martedì sera hanno preso parte anche volti noti del Carroccio: i consiglieri regionali Andrea Monti e Alessandro Corbetta, il consigliere comunale Elena Ottolina, il segretario della sezione locale Nicolò Lo Piparo. Nel frattempo nella mattinata di martedì i rappresentati dei residenti di via Verdi e gli incaricati della Cooperativa seregnese erano stati convocati in municipio dal sindaco Anna Casati e dal suo vice, Andrea Folco.

«E’ stato chiaro fin da subito anche ai responsabili della Cooperativa che quattordici migranti su una popolazione di venti residenti non era una situazione idonea – ha spiegato il vicesindaco – La Cooperativa ha preso atto dello stato di fatto avanzando una controproposta, il Comune può farsi portavoce ma non ha competenze in materia di rifugiati». In via Verdi potrebbero dunque arrivare due famiglie di richiedenti asilo (papà, mamma e figlio minore) per un totale di sei migranti.