La Monza che fa da sé con i patti di collaborazione e il volontariato civico

La Monza che fa da sé è quella città che ha deciso di sottoscrivere i patti di collaborazione con l’amministrazione comunale. Controllo di vicinato, ma anche aree cani, giardini, orti condivisi e orti comunali, uno spazio polifunzionale e un campo da basket. La MAPPA:
Monza Patti di collaborazione orti comuni via Adda
Monza Patti di collaborazione orti comuni via Adda Fabrizio Radaelli

Non solo aree cani: anche giardini, orti condivisi e orti comunali, uno spazio polifunzionale e, anche, un campo da basket. La Monza che fa da sé è quella città che ha deciso di sottoscrivere i patti di collaborazione con l’amministrazione comunale.

Obiettivo: rimboccarsi le maniche “per prendersi cura, per rigenerare e per gestire in forma condivisa alcuni beni comuni urbani”, ovvero quei beni “funzionali – spiegano dal comune – all’esercizio dei diritti fondamentali della persona, al benessere individuale e collettivo, alla coesione sociale e sicurezza urbana ed agli interessi delle generazioni future”.

Ecco allora che, carte alla mano, sono nove, a oggi, i patti sottoscritti tra cittadini (singoli o riuniti in gruppi) o associazioni da un lato e gli uffici di piazza Trento e Trieste dall’altro con una durata variabile dai dodici mesi ai tre anni: il regolamento sulla collaborazione tra municipio e cittadini, approvato nel 2016 dal consiglio comunale, è entrato in vigore nei primi mesi del 2017, durante l’amministrazione Scanagatti.

Ancora in attesa di attuazione, invece, i patti di cittadinanza, che prevedono la collaborazione tra consulte e amministrazione. Risale al 2 marzo 2017 la sottoscrizione dei primi cinque accordi, più che raddoppiati nel corso dell’ultimo anno – e «altri ancora sono in fase di discussione proprio in queste settimane», hanno anticipato dagli uffici comunali. La città che si prende cura di sé è una città sportiva: quella su cui hanno voluto puntare alcuni ragazzi di Libertà, che fino al 2020 si prenderanno cura della manutenzione dei canestri e delle strutture del campo da basket racchiuso tra le vie Parmenide e Tolomeo. È una città attenta all’ordine e al decoro, come ha dimostrato la cittadina attiva che a Cederna da tempo ormai si occupa della pulizia dei giardini pubblici di via Canesi e come hanno voluto sottolineare i membri del gruppo “La Via della Felicità”, che hanno realizzato parecchi interventi di ripristino di decoro urbano in alcune delle aree più cronicamente trascurate di Monza – dalle rive del Lambro a via dell’Offelera, tanto per intenderci. Ma è anche una città che ha deciso di puntare sull’orticoltura.

E, allora, via libera a un patto per la gestione degli orti condivisi di via della Fortuna, sottoscritta dall’associazione San Vincenzo, e a un altro accordo per l’autogestione dell’orto comunale di via Adda, a cura del comitato “Il Ciliegio”: per socializzare, sì, ma anche per diffondere buone pratiche di sostenibilità ambientale. Ben tre i patti firmati per la presa in carico delle aree cani con l’obiettivo di creare ambienti sicuri e puliti, dove divulgare oltretutto alcune “best practices” tra proprietari responsabili: sotto gli occhi attenti e vigili di cittadini attivi quelle di via Borsa, via Milazzo e via Adigrat, perché la città che si prende cura di sé è una città che ama gli animali. E che si preoccupa degli anziani: il nono patto riguarda la realizzazione di attività socio-ricreative nei confronti della terza età all’interno dello spazio polifunzionale di via Piero della Francesca.

Tra le forme di volontariato civico che negli ultimi mesi hanno preso il via con maggior successo rientra sicuramente quella del Controllo di vicinato. La sezione monzese dell’associazione attiva a livello nazionale ha iniziato a farsi conoscere sul territorio circa un anno e mezzo fa. Da allora, i volontari interessati a sorvegliare su quello che succede nel proprio condominio e nel proprio isolato hanno raggiunto quota 150, suddivisi in gruppi. A settembre il via la collaborazione con la polizia locale.

Patti di collaborazione e patti di cittadinanza: le differenze sono sostanziali. In breve: se i primi possono essere proposti al comune da singoli, e riguardare piccoli spazi o aree pubbliche per cui l’intervento di manutenzione e presa in carico viene definito anche in tempi piuttosto brevi, diverso è il discorso per i secondi che, al momento, non hanno ancora preso il via: «Se ne discuterà in maniera più approfondita al termine del primo “giro” di giunte itineranti – hanno spiegato da palazzo – perché prevedono una progettazione condivisa e di più ampio respiro». I patti di cittadinanza prevedono la stesura di accordi “attraverso cui il comune e le consulte di quartiere – si legge online – attuano progetti che entrano a fare parte dell’impegno reciproco e della reciproca condivisione di risorse, impegni e responsabilità”. I contenuti possono variare in base alla complessità dei progetti proposti, alla loro durata e alle risorse messe a disposizione dal municipio e prevedono l’attivazione di gruppi di lavoro. Puntano a “generare nuovi servizi in grado di soddisfare bisogni sociali”.