La Lombardia vaccinerà in azienda: accordo tra Regione, industriali lombardi e Confapi

Nuovo progetto della Regione Lombardia sul fronte del contrasto al Covid: il Pirellone ha annunciato la firma del protocollo, il primo in Italia, con Confindustria Lombardia, Confapi, Associazione nazionale medici d’azienda per eseguire le vaccinazioni all’interno delle imprese produttive regionali.
Letizia Moratti
Letizia Moratti

Nuovo progetto della Regione Lombardia sul fronte del contrasto al Covid: il nuovo annuncio del Pirellone riguarda l’accordo firmato con Confindustria Lombardia, Confapi, Associazione nazionale medici d’azienda per eseguire le vaccinazioni all’interno delle imprese produttive regionali.

«Le imprese che aderiranno al Protocollo – ha detto il presidente lombardo Attilio Fontana – potranno vaccinare direttamente i propri dipendenti in azienda. Ci sarà l’opportunità di avere altri centri vaccinali, altri medici a disposizione dei cittadini perché siamo convinti che la vaccinazione di massa sia l’unico mezzo per vincere la battaglia».

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«Questo accordo – ha sostenuto l’assessore al Welfare Letizia Moratti – sgrava il servizio sanitario regionale pubblico e privato perché le aziende opereranno con proprio personale medico: un allargamento che ci consente di aver minor tensione sugli ospedali e mettiamo in sicurezza i lavoratori delle nostre imprese».

La campagna partirebbe ad aprile, in concomitanza con il piano di vaccinazione di massa annunciato esattamente una settimana fa.

Secondo Guido Guidesi, assessore allo Sviluppo economico. «Con questo provvedimento non cambiamo minimamente il piano vaccinale nazionale perché è a quello che ci atteniamo e non è nostra volontà cambiare le priorità stabilite. Vogliamo invece attualizzare la ricetta che in Regione Lombardia ha sempre funzionato e cioè quella di far squadra tra pubblico e privato».

La Regione Lombardia ha aperto le porte a nuove adesioni, citando esplicitamente anche Confcommercio e Confcooperative e «tutte le altre che hanno manifestato il loro interesse, la loro voglia di essere coinvolte e il loro desiderio di essere protagoniste, insieme a Regione Lombardia, in questa sfida».

Il nodo, una volta di più, sono le quantità di vaccini (soprattutto se dovessero servirne più di quanto prevede il piano nazionale per la Lombardia): secondo il Pirellone la quota di vaccini Pfizer ancora in magazzino è del 15%, mentre lo sdoganamento dell’AstraZeneca anche per chi ha più di 65 anni potrebbe «accelerare la somministrazione agli insegnanti e al personale scolastico e nelle carceri».

A questo proposito Letizia Moratti ha rivendicato i meriti della Lombardia per l’estensione della somministrazione del vaccino inizialmente destinato a una popolazione più giovane (under 55): “Se il vaccino Astrazeneca in Italia si può somministrare anche agli over 65 è grazie a Regione Lombardia. Se non ci fosse stata Regione Lombardia, questa possibilità oggi non ci sarebbe perché Regione Lombardia ha creato un tavolo tecnico mettendo insieme per la prima volta il Ministero con il direttore della prevenzione, Aifa, Agenas e 4 regioni e, attraverso questo tavolo tecnico, siamo riusciti a sbloccare”.