La Fifa cancella Gesù dalla fascia di Neymar: l’ultimo scandalo parte da Carate Brianza

C’è il giornalista caratese Nando Sanvito, storica voce di Mediaset, al centro dell’ultimo scandalo che coinvolge la Fifa. La Federazione calcistica internazionale, già al centro di scandali di potere e presunta corruzione, ha infatti oscurato la scritta “100% Gesù” impressa sulla fascia alla fronte del calciatore brasiliano Neymar, intervistato proprio da Sanvito.
La fascia di Neymar prima e dopo l’intervento censorio
La fascia di Neymar prima e dopo l’intervento censorio

C’è il giornalista caratese Nando Sanvito, storica voce di Mediaset, al centro dell’ultimo scandalo che coinvolge la Fifa. La Federazione calcistica internazionale, già al centro di scandali di potere e presunta corruzione, ha infatti oscurato la scritta “100% Gesù” impressa sulla fascia alla fronte del calciatore brasiliano Neymar, intervistato proprio da Sanvito.

E il sito della Fifa è bersagliato da proteste: nel mirino quel momento del gala quando per celebrare Neymar la regia manda in onda un siparietto con il compagno di squadra Dani Alves a rievocare i bei momenti passati insieme nel 2015 e sul tablet scorrono le immagini della premiazione di Berlino a festeggiare la Champions League. Come scrive anche il sito di Mediaset, il brasiliano – come sempre in questi casi – ha una vistosa fascia sulla fronte con la scritta “100% Gesù”. È un atleta di Cristo e manifesta la sua gratitudine al cielo. Ma gli spettatori di tutto il mondo nella clip della Fifa vedono un’altra immagine. Come per magia infatti la scritta sulla fascia di Neymar è scomparsa. Un lavoretto di sbianchettatura fatto con la computer grafica.

«Non volevamo ferire sensibilità» si giustificano dalla Fifa. «Una censura bella e buona per alterare la realtà» accusano invece da più parti. Il sito spagnolo HazteOir (”Fatti sentire”) ha raccolto in poche ore quasi ventimila firme in una petizione di protesta contro l’Organismo di Zurigo, non nuovo a queste gaffe grossolane, figlie di una malintesa laicità. Memorabili le immagini della festa del Brasile campione del mondo 2002, che avevano portato Blatter e i suoi a scomunicare ogni tipo di ’manifestazione identitaria’, salvo poi qualche anno dopo – nella prima edizione della Coppa del Mondo targata FIFA – ritrovarsi con la beffa dei brasiliani del San Paolo a ripetere la stessa preghiera collettiva del 2002 nello stesso scenario dello stadio di Yokohama. Ma i soloni della FIFA avevano dovuto digerire anche esultanze di ringraziamento ad Allah di giocatori di squadre di Paesi islamici.

Scene abituali nello sport e che non disturbano nessuno tranne la pilatesca pruderie del politicamente corretto della Fifa, che nel frattempo in questi mesi ha perso per corruzione tutta la sua dirigenza