Istat: alle donne pensioni più basse Classifica, la Brianza nei primi posti

Pensioni più basse per le donne. Nel 2012, dice Istat, le “pensionate” hanno percepito assegni dall’importo medio più basso rispetto a quello dei “pensionati”: le differenze più marcate nelle province di Lecco, Venezia, Livorno, e Monza.
Pensioni, secondo Istat i maschi percepiscono assegni più alti.
Pensioni, secondo Istat i maschi percepiscono assegni più alti.

Pensioni più basse per le donne. Nel 2012, secondo quanto riportato dall’Istat, le “pensionate” hanno percepito assegni dall’importo medio più basso rispetto a quello dei “pensionati”: si parla di 8.965 euro, contro 14.728 (quindi le donne percepiscono il 60,9% di quello che percepiscono gli uomini).

Se le donne coprono più della metà del numero dei beneficiari, agli uomini comunque va il 56% della spesa. Ma di che spesa parliamo? Secondo i dati dell’Istituto Nazionale di statistica, nel 2012 i trattamenti pensionistici erogati sono stati in tutto 23.577.983: le donne rappresentano il 52,9% dei pensionati (pari a 8,8 milioni su 16,6 milioni), ma a loro spetta solo il 44% dei 271 miliardi di euro erogati.

“La Liguria è la regione in cui il reddito pensionistico degli uomini presenta lo scarto maggiore rispetto a quello delle donne (è del 53,9% più elevato), seguita da Lazio (52,1% in più), Lombardia (51,8%) e Veneto (51,6%)” si legge nel dettaglio del rapporto Istat. “Le regioni in cui si registrano invece le minori disuguaglianze di genere sono quelle meridionali. Le differenze più contenute si osservano in Calabria (gli uomini percepiscono redditi pensionistici del 19,9% più elevati rispetto a quelli delle donne), Basilicata (26,7% in più) e Molise (29,4%).

La disaggregazione provinciale ripropone evidenze del tutto analoghe a quelle riscontrate a livello regionale. Ad eccezione di Roma, le differenze più marcate caratterizzano nuovamente le province del Nord Italia – Lecco (61,6% in più), Venezia (59,4%), Livorno (58,5%), Monza e della Brianza (57,9%), Genova (57,8%), Bergamo (56,2%), Milano (55,3%), Treviso (54,2%) e Brescia (53,6%) – mentre i valori più contenuti – a conferma di quando già emerso a livello regionale – si registrano nelle province meridionali: Vibo Valentia (13,7% in più), Reggio Calabria (18,4%), Cosenza (20,4%), Ogliastra (21,7%), Nuoro (22,3%), Benevento (22,8%), Catanzaro (22,9%), Potenza (23,9%), Agrigento (24,3%) e Lecce (24,8%)”.