Incursioni xenofobe durante gli incontri online per la Giornata della Memoria: otto ragazzi perquisiti, sette sono minorenni

Un attacco era avvenuto durante un incontro tenuto dal docente arcorese Raffaele Mantegazza, a Cinisello Balsamo, lo scorso febbraio. Sull’accaduto ha indagato la Polizia di Stato coordinata dalla Sezione Distrettuale Antiterrorismo della Procura di Milano: otto ragazzi perquisiti, sette sono minorenni.
Sull’accaduto ha indagato la Polizia di Stato
Sull’accaduto ha indagato la Polizia di Stato

Otto ragazzi perquisiti, sette sono minorenni. Il professor Raffaele Mantegazza lo scorso febbraio aveva parlato di un atto gravissimo, di avere intenzione di sporgere denuncia. Era rimasto choccato durante un evento online organizzato per la Giornata della Memoria, con le scuole di Cinisello Balsamo, quando, da relatore, aveva visto che uno degli uditori si era loggato sulla piattaforma usando come immagine profilo il volto di Hitler.
«Gli ho immediatamente chiesto di andarsene o di cambiare immagine e lì è iniziato l’attacco» aveva detto al ilcittadinomb,it il docente arcorese di pedagogia generale e sociale.

Attacco consistito in frasi inneggianti al Duce, parole ingiuriose contro gli ebrei, bestemmie e insulti. «Anche gli insegnanti erano basiti e impotenti come me – aveva continuato il professore – Non potevamo fare niente, era davvero impossibile riuscire a parlare anche perché avevano messo musica ad altissimo volume».
Voci di adolescenti, forse una decina quelle udite. «Erano organizzati perché sapevano esattamente cosa fare. Il loro scopo era proprio quello di far saltare l’incontro e ci sono riusciti, coperti dall’anonimato del web» aveva concluso, amareggiato, Mantegazza.


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Ebbene, a distanza di otto mesi martedì 26 ottobre la Polizia di Stato, al termine di un’attività investigativa coordinata dal capo della Sezione Distrettuale Antiterrorismo della Procura di Milano, dottor Alberto Nobili e dal pm Francesco Cajani, ha eseguito 8 decreti di perquisizione delegata nei confronti di altrettanti soggetti: “indagati per accesso abusivo a un sistema informatico, violenza privata, propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica o religiosa”.

Le perquisizioni, coordinate dalla Digos della Questura di Milano e dalla Direzione Centrale Polizia di Prevenzione della Polizia di Stato, sono state effettuate dai poliziotti delle Digos di Bari, Bologna, Brescia, Palermo, Roma, Torino, Trapani e Treviso.

L’indagine è stata avviata anche a seguito dall’episodio avvenuto a Cinisello, durante gli incontri didattici intitolati ’Lo zaino della memoria’, rivolti agli studenti delle scuole medie e superiori chiamati a partecipare all’evento via streaming.
Un primo episodio era accaduto il 26 gennaio durante un convegno pubblico sempre in diretta streaming organizzato dall’Associazione Italia Israele di Venezia sempre in occasione della Giornata della Memoria.

Attraverso l’analisi dei file di log associati agli account della piattaforma Zoom da cui erano partite le “incursioni” audio e video gli investigatori sono dapprima arrivati a localizzare i device mentre le perquisizioni hanno portato la Polizia di Stato a individuare, all’interno di diversi nuclei familiari, chi aveva usato i computer, sottoposti a sequestro: si tratta di un 21enne e sette minorenni che interagivano in una chat su Telegram denominata ’zoommannari’ che al momento, dice la Polizia, non risulta più attiva: “e già fonte di altri episodi simili investigati dalla Polizia di Stato, nella quale venivano lanciate e condivise le azioni di hackeraggio e cyber bullismo portate a termine”.

Sconfortante il quadro che ne emerge: “Quasi tutti i ragazzi coinvolti, che non appartengono a gruppi politicamente orientati – dice ancora la Polizia di Stato – hanno ammesso di aver compiuto un gesto goliardico, minimizzando le conseguenze della loro azione”.