Incidente mortale di viale Brianza a Monza: «Ho visto il video: la Q5 frena e riparte»

Due fonti attendibili descrivono la strana manovra del suv Audi che avrebbe innescato la carambola fatale a Elio Bonavita, in viale Brianza a Monza. Finora il conducente ha sempre detto di non aver visto nulla.
L’ncidente stradale in viale Brianza a Monza dove ha perso la vita Elio Bonavita di Villasanta
L’ncidente stradale in viale Brianza a Monza dove ha perso la vita Elio Bonavita di Villasanta Fabrizio Radaelli

«Ho visto il video: dopo lo schianto la Q5 frena e poi riparte». La Q5 è il suv Audi guidato da Giuseppe Colombi, l’imprenditore 46enne di Vedano al Lambro, uno dei due automobilisti indagati dalla procura di Monza (ne l suo caso per omicidio colposo ed omissione di soccorso) nell’ambito dell’incidente stradale che lo scorso 22 marzo, in viale Brianza, è costato la vita al 15enne di Villasanta Elio Bonavita, studente del liceo Mosè Bianchi e calciatore della Dominante.

Due fonti attendibili e indipendenti tra loro, che preferiscono tuttavia restare anonime, dopo aver visionato il video degli istanti immediatamente precedenti e successivi al terribile incidente, filmato ripreso da due telecamere private posizionate nel tratto corrispondente, descrivono la manovra effettuata dal suv color argento guidato dal manager vedanese. La prima parte è quella nota: il suv Audi che accede in viale Brianza (direzione centro) da via Ramazzotti a velocità ridotta, scarta a sinistra per far transitare alla sua destra una vettura bianca e alle sue spalle giunge la Range Rover Evoque nera guidata dal 38enne lesmese Giovanni Lorefice, che per evitare il tamponamento invade la corsia opposta e centra la C1 con a bordo Elio Bonavita e la madre. Più interessante è la fase successiva, quella coincidente e immediatamente successiva all’impatto fatale. Secondo quanto raccontato dalle due fonti, si vedrebbe la Q5 frenare improvvisamente e poi ripartire e allontanarsi.

Una frenata che, se confermata, si presta a varie ipotesi: dando per scontato che quanto accaduto sarà appurato dai periti, non si può escludere che il colpo di freno possa essere stato un gesto istintivo del conducente nell’udire il botto dell’incidente accaduto alle sue spalle. O semplicemente una reazione a quanto visto in diretta attraverso lo specchietto retrovisore: nulla comunque che in modo automatico “provi” alcuna responsabilità per il conducente.

Fin qui lui ha sempre dichiarato attraverso il suo legale, il professor Massimo Dinoia, di non aver veduto nulla dell’incidente: «Mi trovavo a passare di lì in quel momento e ho un’auto dello stesso modello e colore di quella che stavate cercando», aveva detto agli agenti della polizia locale il giorno dopo l’accaduto, quando si era presentato spontaneamente al comando di via Marsala. In quell’occasione, e così anche successivamente, non aveva fatto ammissioni rispetto alla sua presunta mancata precedenza nell’imboccare viale Brianza da via Ramazzotti. «Non ha lasciato in coscienza il luogo dei fatti» avevano detto i suoi legali, aggiungendo che i ricordi dell’accaduto si erano limitati «ad alcuni flash» di auto che arrivano alle sue spalle. E poi un «momento di panico» quando si era reso conto che la jeep nera gli stava arrivando addosso, gli aveva cancellato «ogni percezione della realtà». Una condizione di disagio, sempre secondo gli avvocati, diventata una costante dopo che tre anni prima era stato investito da un’auto mentre faceva jogging in zona Parco. Interpellati nuovamente (due volte) per chiedere un commento sulla presunta “frenata” del loro cliente, i legali di Colombi non hanno risposto.

Su cosa sia accaduto quella maledetta domenica mattina è quasi tutto chiaro: i tasselli saranno posizionati definitivamente attraverso la perizia che il pubblico ministero Manuela Massenz ad aprile ha affidato all’ingegner Domenico Romaniello e ai consulenti nominati dalle parti. Un lavoro lungo : finora sarebbero avvenuti solo due “accessi” con la visione delle auto. Si prospetta quindi una proroga dell’incarico.

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