Immunizzata dal vaccino di Rottapharm, ma non può richiedere il Green pass

Il siero made in Italy non è riconosciuto dall’Unione Europea e pertanto non rientra nella lista di quelli che danno diritto al rilascio del certificato verde. L’odissea di una brianzola che aveva aderito alla campagna del San Gerardo
Le vaccinazioni al San Gerardo
Le vaccinazioni al San Gerardo Fabrizio Radaelli

Ha preso parte alla sperimentazione del vaccino tutto italiano e-Vax prodotto dalla monzese Rottapharm Biotech e dalla laziale Takis. Si è perfettamente immunizzata dopo aver ricevuto due dosi. Eppure, non può richiedere il Green pass perché il siero “made in Italy” non è riconosciuto dall’Unione Europea e pertanto non rientra nella lista di quelli che danno diritto al rilascio del certificato verde. Vittima di questa situazione a dir poco assurda è una nostra lettrice quarantenne residente nella provincia di Monza e Brianza che la scorsa estate, proprio in questo periodo, ha deciso di aderire alla campagna sperimentale avviata all’ospedale San Gerardo. “Avevo letto un articolo in cui si cercavano dei volontari-racconta- e mi sono subito messa in contatto con la struttura”. Qui ha trovato una squadra di professionisti “preparati e gentilissimi” che l’hanno sottoposta a visite ed esami clinici per verificare la sua idoneità a ricevere il vaccino. A marzo a E.M. è stata inoculata la prima dose e dopo quattro settimane la seconda. “Senza riscontrare alcun effetto collaterale” racconta soddisfatta. I continui monitoraggi a cui viene sottoposta hanno dimostrato che il suo corpo ha reagito benissimo alle due somministrazioni tanto da aver sviluppato gli anticorpi che la rendono immune al virus. Malgrado gli ottimi risultati raggiunti in ambito medico, E.M. non può altrettanto gioire per la sua vita quotidiana. “L’ospedale san Gerardo mi ha rilasciato un’attestazione del percorso sin qui compiuto -sottolinea- ma, purtroppo, non ha valore ai fini del rilascio del Green pass. Anche l’equipe che mi sta seguendo si ritrova con le mani legate e non sa come aiutarmi”. Anche se in situazioni come queste il detto ”mal comune mezzo gaudio” suona come una beffa, E.M. non è la sola a combattere contro i mulini a vento. Come lei vi sono migliaia di volontari (tra cui medici e infermieri) che si sono sottoposti in modo del tutto gratuito alla sperimentazione del vaccino e-Vax tra Monza, Roma, Napoli e Padova e che risultano come “non vaccinati”. E.M. ha provato a contattare il numero Covid regionale ma nessuno sa dirle come uscire dall’impasse. “Non posso sottopormi a un vaccino riconosciuto perché sono già stata vaccinata con due dosi, non posso risultare guarita dal Covid perché non l’ho mai contratto-conclude- In compenso rischio di non poter accedere a luoghi e mezzi pubblici e se l’obbligo del certificato dovesse estendersi ai luoghi di lavoro non so proprio che cosa farò!”