Il sindaco denuncia le “Iene” «Lissonesi, vi racconto la verità»

Il sindaco di Lissone Concetta Monguzzi denuncia “Le Iene” e scrive una lettera aperta ai suoi concittadini. Conseguenze del terremoto mediatico scaturito per il servizio della trasmissione tv che mercoledì 5 febbraio si è occupato della vicenda che coinvolge una giovane mamma lissonese e i suoi 2 bambini.
Il sindaco intervistato dalla Iena Matteo Viviani
Il sindaco intervistato dalla Iena Matteo Viviani

Il sindaco di Lissone Concetta Monguzzi denuncia “Le Iene” e scrive una lettera aperta ai suoi concittadini. Il terremoto mediatico scaturito per il servizio della trasmissione tv che mercoledì 5 febbraio si è occupato della vicenda che coinvolge una giovane mamma lissonese e i suoi 2 bambini, registra la forte presa di posizione del primo cittadino che ha deciso di “proporre alla mia amministrazione di reagire con i mezzi messi a disposizione dalla legge al danno d’immagine gravissimo che ha colpito l’Ente di cui sono sindaco, e di riflesso la città stessa, oltre che la mia persona”. Così Concetta Monguzzi che lunedì ha reso note le sue volontà e riflessioni ai suoi concittadini attraverso una lettera aperta. I Servizi sociali del Comune di Lissone non hanno strappato alcun bambino all’affetto della propria madre, perché non hanno mai agito di loro iniziativa e hanno sempre e solo dato seguito alle puntuali prescrizioni del Tribunale dei Minorenni di Milano, a cui compete ogni decisione in materia”, sottolinea che “quelle viste alla tv non sono dipendenti del nostro Comune, così come non lo sono le assistenti sociali mostrate mentre si allontanano dalle telecamere” e che “il procedimento giudiziario a cui continuamente si fa riferimento nel servizio televisivo, è relativo a un altro fascicolo, aperto questa volta dalla Procura della Repubblica di Monza (relativo alla donna, denunciata dal compagno secondo il quale avrebbe avuto intenzione di uccidere i figli e suicidarsi ndr). Questa seconda pratica è stata effettivamente archiviata ma tale procedimento non ha nulla a che vedere con il fascicolo aperto presso il Tribunale dei Minori (il quale, ricordo per l’ennesima volta, è l’unico competente a decidere sull’affidamento dei bambini!)”. A questo fatto si collega l’accusa principale ripetuta nel video: i Servizi sociali di Lissone non avrebbero trasmesso il provvedimento di archiviazione della Procura di Monza al Tribunale dei Minori di Milano. “Ma ciò è avvenuto proprio perché si tratta di due procedimenti separati, indipendenti l’uno dall’altro, e i Servizi sociali lissonesi non sono stati nemmeno informati della decisione della Procura di Monza, in quanto essa non aveva nulla a che fare con l’affidamento dei bambini” rimarca Monguzzi.