«A Muggiò il ristorante “km 0” più grande della Lombardia»

Il sindaco Maria Fiorito all’insegna della buona cucina di tradizione nostrana.Il progetto è assolutamente prestigioso: «Creare nelle aree di via Pavia un grande centro di cibi a km 0, il più grande della Lombardia».
Muggiò, l’area di via Pavia potrebbe ospitare il grande centro.
Muggiò, l’area di via Pavia potrebbe ospitare il grande centro. Pier Mastantuono

Il sindaco Maria Fiorito all’insegna della buona cucina di tradizione nostrana.Il progetto è assolutamente prestigioso e, nel caso in cui andasse in porto, porterebbe a Muggiò una eccellenza di richiamo regionale ma anche nazionale. E’ la stessa prima cittadina ad annunciare l’idea: «Creare nelle aree di via Pavia un grande centro del cibo di qualità a km 0, il più grande della Lombardia». Una idea di respiro molto ampio, che sarà in linea con le direttive di Expo 2015 e che potrebbe prendere slancio proprio in prospettiva della grande esposizione dell’anno prossimo.

Ma in cosa consiste il centro che potrebbe trovare posto nei terreni di via Pavia, dopo opportuna riconversione dei terreni davanti alla Panem? Il profilo dell’insediamento didattico-culturale è quello della scuola dell’arte gastronomica della tradizione nazionale, ispirata appunto alla filosofia del «pasto lento» così cara agli italiani e inflazionato in tempi di corse frenetiche e globalizzazione anche del mangiare. La scuola vera e propria potrebbe anche essere declinata come un centro studi in grado di valorizzare e dare risalto al patrimonio della cucina lombarda e nazionale, al quale si potrebbe affiancare una realtà commerciale come quella di uno o più ristoranti.

Anche di prestigio, volendo. Il progetto è ancora tutto in divenire, anche perché quel terreno di via Pavia che potrebbe essere scelto per il progetto è ancora nelle condizioni di agricolo, sebbene abbia come «vicino di casa» un marchio importante per la ristorazione lombarda com’è, appunto, la Panem. Il sindaco precisa che per il momento è opportuno tenere separati Expo da questo progetto – «Questa è una idea tutta nostra, che per il momento non ha niente a che vedere con l’esposizione del 2015», raccomanda – ma inevitabilmente i due scenari si andranno a intersecare nel prossimo futuro. Scuola di cucina, centro di cultura gastronomica e ristoranti potranno dare lavoro a qualcosa come cento persone, in base ai calcoli di massima fatti dal Comune.

«Al di là di cosa si intenda fare – è il commento del rappresentante di opposizione Pietro Zanantoni – se si creano posti di lavoro e si pensa magari all’utilizzo di materie prime a chilometro zero, la proposta non può che vederci a favore. Aspettiamo che il sindaco ce la presenti in maniera ufficiale e ci faccia capire chi costruirà cosa, in quella zona della città» che è di proprietà privata ma con una discussione già aperta tra proprietari e Comune.