Il razzismo che colpisce anche i bambini: insultati mentre giocano a pallone

La denuncia di un ex assessore a Carate Brianza: due ragazzini minorenni adottati, che vivono vicino a Monza, sono stati insultati da un brianzolo mentre giocavano a calcio. «Nì a giügà a cà vöstra, negher de merda», ha detto in dialetto.
Bambini insultati mentre giocavano a pallone
Bambini insultati mentre giocavano a pallone

L’episodio può essere accaduto nel Caratese. E mostra, senza che la localizzazione sia identificativa, segnali di razzismo “che in molti ancora non comprendono, nella loro portata e nelle loro conseguenze”. Ad accendere la luce sui fatti è stata Beatrice Rigamonti, che sul gruppo Facebook “Carate Brianza” ha raccontato: “Mathias e Thomas hanno 15 e 13 anni. Sono fratelli e vivono vicino a Monza. Ragazzini come tanti, giocano bene a calcio, hanno la testa e il cuore pieni di sogni e di pensieri spalancati sul futuro. Proprio tirando quattro calci ad un pallone davanti all’oratorio devono essere sembrati ‘stonati’ ad un civilissimo passante brianzolo che ha gridato loro: ‘Nì a giügà a cà vöstra, negher de merda!’. È successo in un sabato pomeriggio come tanti. Mathias e Thomas capiscono bene il dialetto, sono nati in Togo, e sono figli di Laura, una mia amica che li ha adottati 11 anni fa. Sono cittadini italiani, di colore diverso. La mortificazione e l’offesa hanno un unico colore”.

Numerosi i like e i commenti, tutti indignati. Tanti di donne. «Sono convinta del potere fecondativo delle donne. Conto sulla loro resilienza, sulla capacità innata di accogliere anche ogni difficoltà e differenza», dice Rigamonti ritrovando una formula generativa che, in scala, si vede proiettata dal livello locale a quello nazionale.

A sensibilizzare e a denunciare le forme di razzismo che «notiamo essere in incremento in quest’ultimo anno» c’è infatti, tra gli altri, “Mamme per la pelle”. L’associazione, nata nel novembre 2018 e guidata dalla presidente Gabriella Nobile, tesse una rete di madri italiane o straniere con figli che possano subire discriminazioni per le loro origini. Perché «il razzismo è sempre esistito, ma ora sembra che ci si senta autorizzati e quasi protetti a esternare questo sentimento».

Una considerazione che nasce dalle «decine di segnalazioni che riceviamo tutti i giorni – spiega Nobile – Episodi di aggressione verbale, quasi sempre da parte di persone adulte, nei confronti soprattutto di ragazzini maschi, di pelle scura, dai 14 anni in su».

«Negli ultimi 2 mesi abbiamo avuto 2 segnalazioni su Monza, di un ragazzo e di una ragazza che sono stati insultati, chi per strada chi in treno. Anche ad Agrate è successo: due fratelli sono stati trattati come se stessero rubando in un supermercato, quando erano andati a comprarsi una merendina. Nei 3 casi, che hanno colpito minori tra i 13 e i 17 anni, ad aver manifestato razzismo sono stati adulti».

Rigamonti, che con l’impegno amministrativo degli ultimi 5 anni (era nell’esecutivo di Francesco Paoletti) ha avuto un osservatorio privilegiato su Carate aggiunge che «vedo che anche qui l’insinuarsi di valori involuti di rifiuto, rabbia, rancore e particolarismi. Negli ultimi mesi noto nuovi atteggiamenti, solo qualche mese fa ho visto un papà, in fila al supermercato a Carate, essere apostrofato solo perché aveva la pelle scura».