Il preside del Parini di Seregno scrive a Mario Draghi: «Consentire nomine dalle graduatorie sulla base di curricula e colloqui»

Il dirigente scolastico del liceo umanistico Parini di Seregno, Gianni Trezzi, ha scritto al presidente del consiglio Mario Draghi per proporre una novità nelle nomine dei professori per iniziare l’anno scolastico con le cattedre coperte: sull’esempio americano, «consentire nomine dalle graduatorie sulla base di curricula e colloqui».
Gianni Trezzi, dirigente liceo Parini
Gianni Trezzi, dirigente liceo Parini

Una lettera articolata con intelligenza, quasi fosse un breve romanzo, per stimolare il nuovo governo presieduto da Mario Draghi a una novità che, a suo giudizio, potrebbe cambiare in meglio il volto della scuola e la sua organizzazione. L’ha scritta Gianni Trezzi, dirigente scolastico del liceo umanistico Parini di Seregno, con destinatario Orizzontescuola.it, portale specializzato che si occupa del mondo della scuola. Chiede di consentire ai dirigenti scolastici di nominare gli insegnanti dalle graduatorie, ma sulla base dei curricula e dei colloqui per avere tutte le cattedre coperte a inizio anno scolastico.

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«C’era una volta – ha iniziato Trezzi – un ragazzo italiano che chiameremo Alfredo. Costui era studente di storia in una gloriosa università del Bel Paese, poniamo Milano. Durante un soggiorno di studio trascorso a Parigi, grazie ad un felice programma di scambi culturali promosso dall’inclita Unione Europea e dedicato a quel bravo filosofo olandese autore di un pregevole elogio delle umane follie, incontrò una ragazza proveniente dal Nuovo Mondo, di cui si innamorò perdutamente, ricambiato con passione. I due giovani si amavano dolcemente e si promisero eterno affetto. Avvenne purtroppo che la gentile donzella, che chiameremo Emily, dovette tornare nelle natie Americhe, per completare gli studi. Ah, fu un ben triste giorno per i due amanti! Il loro amore fu messo a dura prova dalla lontananza, ma essendo un sentimento puro e sincero come vedremo riuscì a vincere questa sfida. Il ragazzo si laureò summa cum laude e, senza por tempo in mezzo, preso il primo apparecchio transoceanico si precipitò dal suo amato bene. Quanto Emily fu felice di riabbracciare e riempire di baci il suo Alfredo potete ben immaginarlo».

Ma le difficoltà erano alle porte: «Passati i primi giorni di grande euforia, non potendosi nutrire di solo amore, ai due ragazzi si pose il problema comune all’intera umanità: come sfangarla nella quotidianità? Alfredo era un tipo intraprendente e coraggioso, cui le sfide non facevano paura, ma si trovava in un paese per lui straniero e, pur parlando bene l’albionico idioma, non sapeva da dove cominciare; d’altra parte Emily doveva laurearsi in biologia ed anche se la sua famiglia aveva accolto Alfredo con grande cortesia e benevolenza, non poteva e non voleva farsi mantenere. Iniziò come molti suoi coetanei, lavorando in un fast food prima ed in un supermercato poi, lieto di svolgere anche umili lavoretti pur di restare vicino a colei che sola le pareva donna. Trascorsero alcuni mesi, quando un bel giorno il nostro lesse casualmente sul quotidiano della cittadina dove viveva un annuncio secondo cui il locale liceo civico cercava un docente di storia. Bisognava inviare il proprio curriculum vitae ed attendere di essere convocati. Dopo pochi giorni il ragazzo ebbe un appuntamento con il preside del liceo (the principal)».

E qui si è arrivati al nocciolo della questione: «Il preside ascoltò la presentazione di Alfredo, chiese alcuni chiarimenti su quanto dichiarato nel curriculum ed infine lo congedò con un sorriso accompagnato dal fatidico: “Le faremo sapere”. Sapendo che in Italia la suddetta frase significava quasi certamente un “arrivederci a mai più”, il buon giovane si mise l’animo in pace e riprese il suo lavoro di commesso precario, lieto di averci almeno provato. Grande fu dunque la sua sorpresa quando, poco tempo dopo, fu riconvocato a scuola, per un secondo colloquio. Questa volta il preside insistette per comprendere le motivazioni che lo spingevano a fare l’insegnante e si confrontò con Alfredo su argomenti più squisitamente pedagogico-relazionali. Disse al ragazzo che avrebbero voluto provare la sua competenza metodologico-didattica, proponendogli di tenere una lezione ad una classe del liceo e precisando che sarebbe stata videoripresa. Alfredo acconsentì, tornò il giorno successivo e tenne lezione come concordato».

La chiosa ha guardato al futuro prossimo: «Per farla breve, il neolaureato italiano venne assunto in qualità di docente di storia di quel liceo ed al termine dell’anno scolastico gli venne proposto un contratto a tempo indeterminato. Alfredo non ci pensò sopra né tanto né poco, accettò con entusiasmo e, se per ventura vi capitasse di giungere in quella piccola città americana sita nei dintorni di Baltimora, lo troverete certamente in cattedra… ed ancora teneramente innamorato di Emily. Come dicevo, questa è una storia vera. Perché in Italia deve restare solo una favola? Ritengo che l’unica soluzione per consentire di aprire l’anno scolastico a settembre 2021 avendo tutti i docenti in cattedra sia la seguente: consentire ai dirigenti scolastici di nominare gli insegnanti dalle graduatorie, ma sulla base dei curricula e dei colloqui. Altrimenti sarà il solito Vietnam. Voglio vedere se finalmente il nuovo governo avrà forza e coraggio per attuare questa rivoluzione copernicana».