Il parlamento si insedia, a Monza Brianza asse Lega-M5S: «Ridiamo risorse alla provincia»

Mentre si insedia il parlamento uscito dalle elezioni di marzo gli eletti affrontano il nodo della provincia di Monza Brianza senza soldi: asse tra Lega e M5S per riportare fondi.
Il selfie dell’onorevole Massimiliano Capitanio alla Camera
Il selfie dell’onorevole Massimiliano Capitanio alla Camera

Le province non sbarreranno la strada a un ipotetico Governo guidato da Lega e Movimento 5 Stelle: i parlamentari, perlomeno quelli brianzoli, paiono disponibili a trovare l’accordo su quello che potrebbe essere il futuro degli enti intermedi. A Monza e dintorni padani e pentastellati sembrano superare le divisioni che li separano a livello nazionale con i rappresentanti del M5S pronti a compiere qualche passo di lato sull’abolizione delle aree vaste teorizzata a Roma: «Lo abbiamo precisato anche nel nostro programma regionale – spiega il neo senatore Gianmarco Corbetta – è impensabile che in una regione come la Lombardia, con 10 milioni di abitanti e oltre 1.500 comuni, non ci sia un livello intermedio tra il Pirellone e i municipi». La valutazione, aggiunge, cambia per territori piccoli come la Basilicata e il Molise: «Non so ancora – ammette – come ci muoveremo ma alle province lombarde dovrebbero essere garantite le risorse per poter funzionare».

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Pensa già a un disegno di legge il leghista Massimiliano Romeo, anch’egli al debutto a Palazzo Madama: «Ripresenteremo subito – anticipa – il provvedimento con cui nella passata legislatura abbiamo proposto il ritorno all’elezione diretta degli enti intermedi anche se la vera questione è legata ai finanziamenti». La legge Delrio, prosegue il senatore, andrebbe «cancellata e riscritta in quanto, dopo la bocciatura del referendum, ci sono dubbi sulla sua costituzionalità». Le province, aggiunge, dovrebbero svolgere poche funzioni, tra cui la programmazione del trasporto pubblico locale e la manutenzione delle scuole superiori e delle strade, ma dovrebbero poter contare sul personale e sui fondi per attuarle nel migliore dei modi: per metterle in grado di operare, aggiunge, basta poco. «Sarebbe sufficiente – prosegue Romeo – che potessero tenere gli introiti dell’Imposta di trascrizione e della Rcauto, come accadeva fino a qualche anno fa». In vista di un cambiamento, riflette, sarebbe controproducente rimettere in discussione i confini: «Si perderebbero anni e si getterebbero soldi – commenta – mentre i cittadini chiedono i servizi ora». Quel che conta, afferma il neo deputato del Carroccio Massimiliano Capitanio, è il reperimento dei fondi. Sarebbe, invece, irrilevante l’ordinamento strutturale che dovrebbero assumere gli organismi amministrativi.

«Firmerei anche domani un documento collettivo che chieda una redistribuzione delle risorse» dichiara il senatore Pd Roberto Rampi che, però, fa qualche distinguo: «Ritengo utile – dice – non tornare alle province elette dai cittadini. Sarebbe, piuttosto, opportuno evitare che consiglieri e presidenti decadano alla conclusione del loro mandato nei comuni: i cambi continui assomigliano alle partite a calcio dell’oratorio e creano incertezze». Anche sui finanziamenti fa alcune precisazioni: «Dobbiamo – chiarisce – redistribuire equamente i fondi perché alcune ricevono più di quanto serva loro. Alla Brianza, che non ha mai sprecato nulla, vanno dati soldi e dipendenti» che vanno tolti ad altri enti.