Il padre di Elio Bonavita: «Mio figlio non può tornare indietro, odio e vendetta non servono a nulla»

Parla il padre di Elio Bonavita, la giovane vittima dell’incidente di viale Brianza a Monza. Racconta della moglie coinvolta nello scontro, che si sta riprendendo, e guarda avanti: «Mio figlio non può tornare indietro, quindi l’odio è inutile e la vendetta farebbe solo stare male un’altra famiglia»
Corrado Bonavita, padre di Elio
Corrado Bonavita, padre di Elio Valeria Pinoia

Si sta riprendendo Nunzia Minichini, la 41enne rimasta coinvolta lo scorso marzo nel terribile incidente costato la vita al figlio 15enne Elio Bonavita. «Il recupero è ottimo, sia dal punto di vista fisico che neurologico- dice il marito Corrado Bonavita- i tempi sono lunghi ma i miglioramenti sono costanti». La donna è stata trasferita nel reparto di ortopedia del Niguarda, dove è già previsto che si svolga poi anche la riabilitazione.

«Per il momento il problema fisico ancora da risolvere è quello alla gamba -spiega il marito- verrà sottoposta a un nuovo intervento ma i tempi non sono ancora definiti». Nei giorni successivi all’incidente, sia la gamba che il braccio furono operati con buoni risultati. Ora non resta che fare passare i giorni e supportare la 41enne nel suo percorso di recupero.

Al suo fianco c’è il marito che ancora non ha ripreso il lavoro e può dunque assisterla quotidianamente. È un tecnico commerciale di una multinazionale americana, la 3M di Pioltello, «mi hanno dato tutto il tempo che serve -spiega- non avevo dubbi che si sarebbero comportati in questo modo. Così posso occuparmi di mia moglie».

La parte più difficile però è ancora da affrontare. Nunzia ricorda l’incidente ma in modo confuso e finora, in accordo con i medici, si è deciso di non dirle nulla della morte di Elio. Sulle spalle di Corrado gravano tutti i pesi, materiali e psicologici, il volto è tirato ma la forza sembra inesauribile.

La madre e la suocera, arrivate in città da Napoli, lo aiutano in casa, il sindaco Luca Ornago lo ha assistito in diversi casi e l’affetto dei villasantesi non si è esaurito con il tempo, «le compagne e gli amici di Elio li sento ancora» dice.

Si concentra su questo il padre e conferma i sentimenti della prima ora, nessun desiderio di rivalsa verso chi ha causato la morte del figlio: «Se potessi riportarlo indietro, confesso che sarei disposto a fare qualunque cosa. Ma non è possibile e allora l’odio è inutile e la vendetta farebbe solo stare male un’altra famiglia».