Il nuovo Bosco verticale: ecco il progetto di Stefano Boeri per Monza

Più alti, più verde: cambia la proposta progettuale per l’area dismessa di via Foscolo ed è firmata dall’architetto Stefano Boeri. Tre edifici fino a 50 metri di altezza, un parco urbano orizzontale e un bosco verticale.
Il Bosco verticale di Monza firmato da Stefano Boeri
Il Bosco verticale di Monza firmato da Stefano Boeri

Edifici più alti, più verde: molto più verde. Quello orizzontale del parco che circonderà i palazzi e quello verticale. Perché di Bosco verticale si tratta, da Milano a Monza: quello proposto dall’architetto Stefano Boeri per il recupero dell’area dismessa di via Foscolo nel capoluogo di Monza. Che trasforma radicalmente il vecchio progetto per l’area.

Suggerimenti e proposte di modifica possono essere presentate entro il 15 novembre 2019 al municipio di piazza Trento e Trieste: quel giorno è prevista la conferenza di verifica (“alla quale partecipano l’autorità competente, i soggetti competenti in materia ambientale, gli enti territorialmente interessati”, ricorda il Comune).

Il nuovo Bosco verticale: ecco il progetto di Stefano Boeri per Monza
Il Bosco verticale di Monza firmato da Stefano Boeri

L’intervento (un piano integrato) riguarda un’area di 15.500 metri quadrati di proprietà della Società Clotilde srl: “Un ambito edificato caratterizzato dalla presenza di fabbricati ad uso produttivo artigianale e da ampi spazi di pertinenza esterna, entrambi per molti anni utilizzati dalla concessionaria Automonza e successivamente dato in affitto alla società Monzacar – ricorda lo studio Boeri – L’area è completamente dismessa dal 2003, ad eccezione della parte di fabbricato oggetto di recente ristrutturazione, in parte occupata fino a poco tempo fa da una agenzia bancaria, collocata all’angolo tra via Pascoli e viale Foscolo”. Il comparto è stato bonificato interamente nei primi anni Duemila e poi ancora da luglio 2013.

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“La proposta di variante al programma Integrato di Intervento relativa all’ambito di viale Ugo Foscolo si pone in continuità con la necessità di procedere all’attuazione di un intervento di riqualificazione e di valorizzazione di un comparto produttivo ed artigianale dismesso, attraverso la realizzazione di un progetto urbanistico ed edilizio coerente con il contesto circostante, sia sotto il profilo funzionale, sia con riferimento agli assetti morfologici e tipologici del tessuto edificato”.

Il nuovo Bosco verticale: ecco il progetto di Stefano Boeri per Monza
Il Bosco verticale di Monza firmato da Stefano Boeri

La nuova proposta offre un aumento della superficie costruita e interviene soprattutto sulle altezze: tutto quello che prima era distribuito orizzontalmente, occupando larga parte dell’area, viene ora trasferito in altezza recuperando a terra spazi verdi. Gli edifici diventano tre, di altezza variabili tra gli 8 e i 14 piani, fino a un massimo di 50,50 metri di altezza contro i 20 precedenti, “redistribuendo le volumetrie a favore di una massimizzazione delle aree a verde e della superficie filtrante”.

Lo studio milanese celebre nel mondo per il Bosco verticale di Milano scrive che l’intenzione è un “progetto di rigenerazione urbana dell’intero sedime dell’area di proprietà, il nuovo intervento proposto riguarda la costruzione di tre fabbricati residenziali, organizzati in altrettante isole residenziali e distribuiti all’interno del lotto con una particolare attenzione all’impianto planimetrico degli spazi pubblici e di servizio alla collettività e all’insediamento residenziale, al fine di garantirne la fruizione e l’accessibilità, in continuità con il sistema dei luoghi di aggregazione e delle linee di connessione ciclopedonale esistenti all’intorno”.

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Tre fabbricati residenziali nella parte più centrale dell’area e spazi verdi e pavimentati all’esterno, in particolare lungo via Pascoli e viale Foscolo, poi i parcheggi pubblici al confine con via Sciesa. Più cemento? Sì, risponde lo studio Boeri, ma “occorre osservare che l’equilibrio tra funzioni residenziali e funzioni terziario commerciali risulta ugualmente rispettato”.

Gli edifici sono stati collocati sull’area tenendo conto delle condizioni bioclimatiche e proponendo un’assetto che apre l’area da sempre percepita come chiusa. Per l’architetto, “concentrare la volumetria in soli tre edifici sviluppati in altezza rappresenta un elemento qualitativo dell’intervento in grado di garantire l’effettiva rigenerazione di un’area oggi fortemente mineralizzata attraverso il recupero di superficie filtrante e non filtrante (in corrispondenza degli interrati) ma ugualmente utile a mitigare l’impatto ambientale del cosiddetto effetto serra antropico”.

Il nuovo Bosco verticale: ecco il progetto di Stefano Boeri per Monza
Il Bosco verticale di Monza firmato da Stefano Boeri

Le quote non residenziali si dividono tra spazi pavimentanti, percorsi e aiuole alberate per definire una piazza pedonale, mentre una parte dell’edificio esistente sarà ristrutturato per destinarlo a funzioni commerciali.

E ancora: “La variante al Pii ripensa anche la superficie destinata a verde pubblico in cessione, incrementandone innanzitutto la dimensione e distribuendola, allo stesso tempo, su due fronti principali, viale Foscolo e via Pellico, che trovano connessione attraverso la nuova piazza pubblica affacciata su via Pascoli”. Si tratta di un parco di poco meno di 4mila metri quadrati che sarà caratterizzato da piantumazioni a bassa potenza allergenica e in grado di migliorare l’aria con assorbimento di Co2, inquinanti gassosi, polveri sottili, portando allo stesso tempo vantaggi per il microclima urbano. E poi giochi, elementi di arredo, servizio di bike sharing vicino alla ciclabile di viale Foscolo.

“A fronte di 12.100 metri quadrati di superficie lorda di pavimento, la proposta di variante al Pii prevede la realizzazione di spazi pubblici per complessivi 7.076 metri quadrati, suddivisi tra parco urbano (3.948 mq), spazi pedonali, marciapiedi e percorsi (1.720 mq) e parcheggi pubblici (1.384 mq), oltre ad alcune opere complementari, necessarie al corretto inserimento del progetto nel contesto urbano di riferimento e al miglioramento complessivo della qualità urbana del quartiere”.