Il governo Conte è finito, il sindaco di Aicurzio indica la rotta a Mattarella in una lettera: «Elezioni subito»

Il sindaco di Aicurzio ha preso carta e penna e scritto una lettera al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Nella missiva, Matteo Baraggia ha dettato al Quirinale la sua ricetta per uscire dalla crisi di governo: andare a elezioni.
Matteo Baraggia, sindaco di Aicurzio
Matteo Baraggia, sindaco di Aicurzio

Mentre a Roma il “Conte bis” è ufficialmente finito, da Aicurzio arriva la richiesta di andare a elezioni. A metterla nero su bianco è stato il primo cittadino Matteo Baraggia, in una lettera indirizzata al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. La questione posta dal primo cittadino aicurziese parte dei numeri del governo al Senato:

«In qualità di sindaco di un piccolo comune della nostra amata Italia, vorrei chiederle una spiegazione – si legge nella missiva firmata da Baraggia -. Se io sindaco non avessi più la maggioranza dei voti in consiglio comunale sarei immediatamente sfiduciato e commissariato da un commissario prefettizio; invece se il nostro governo non ha una maggioranza assoluta in una delle camere del Parlamento continua a rappresentare il popolo italiano. Credo signor Presidente, che in queste situazioni ci si dimentica che come il sindaco e tutti i consiglieri comunali rappresentano la maggioranza dei propri concittadini che li hanno votati per amministrare il proprio Comune, così deve essere per il Parlamento. Oggi con fermezza, ma altrettanta modestia, mi pare di rilevare che questo consenso non sia proprio pienamente rappresentato».

Il sindaco esamina anche la situazione del paese: «Nella mia funzione di sindaco sono abituato quotidianamente a stare in mezzo alla gente – prosegue Baraggia -. Negli ultimi anni ho percepito i timori, l’incertezza, la sfiducia nelle istituzioni di ogni grado, la tristezza della situazione economica che non è delle migliori, specialmente per quanto riguarda il mondo del lavoro dei nostri giovani che spesso non trovano le certezze che possano garantire loro un sereno futuro. Nell’ultimo anno il coronavirus ha accentuato e posto in evidenza tutto quanto sopra descritto, mettendo in ulteriore evidenza le debolezze, i limiti di noi uomini di “Governo” che dovremmo invece essere i portatori di fiducia, consenso e soprattutto democrazia».

La lettera si chiude con il primo cittadino che indica l’elezioni come via per uscire da questa situazione: «Oggi noi rappresentanti, custodi e garanti della nostra Italia dobbiamo riportare la fiducia, la serenità e la speranza in ogni famiglia: a tutti i nostri bambini, genitori e nonni, chiedendo in cambio il loro diritto di scegliere in piena e totale armonia, attraverso quello strumento che si chiama elezioni. Questo sarebbe solo l’inizio di un lungo percorso che noi uomini di “Governo” faremo nell’interesse della nostra amata Italia».