Il futuro del Gp d’Italia, allarme rosso dentro Sias: «Occhio, Monza è a rischio»

«Il GP a Monza è a rischio».Lo dice Alessandra Marzari, presidente del Consorzio Vero Volley, in veste di consigliere d’amministrazione di SIAS. Un bilancio preoccupato alla luce della (finora) mancata firma di Ecclestone, dei conti, del futuro del territorio.
Radaelli Monza Autodromo Gran premio d Italia 2016
Radaelli Monza Autodromo Gran premio d Italia 2016 Fabrizio Radaelli

«Il GP a Monza è a rischio». Basterebbe questa dichiarazione a dare rilievo assoluto all’intervista che Alessandra Marzari concede in esclusiva al Cittadino. Perché la presidente del Consorzio Vero Volley parla qui anche e soprattutto nella veste di consigliere d’amministrazione di SIAS, ovvero la società che ha in carico la gestione dell’Autodromo. E che quindi da mesi attende la firma annunciata allo scorso Gran Premio d’Italia: firma che ancora non è stata apposta sul contratto da Bernie Ecclestone.

Presidente, a che punto siamo?
Al netto del rispetto della segretezza cui sono tenuta come membro del Cda di SIAS, quel che al momento posso dire è che non è stato firmato alcun contratto con Ecclestone. Abbiamo assistito a continui rimandi: prima l’ostacolo pareva la figura dell’ex presidente Andrea Dell’Orto, quindi l’attesa sul pronunciamento del Tar. Adesso mi giungono voci di una possibile firma a marzo 2017, senza però comunicazioni ufficiali al Cda. Non è una situazione semplice ed è giusto dirlo.

Ma qual è il problema? I soldi? L’assetto della nuova società? I ricorsi?
Come Cda credo sia giusto avere assoluta chiarezza, dal punto di vista tecnico, sulla modalità di immissione del denaro necessario per il rinnovo del contratto per il GP. Quanto al riassetto della società, è probabile e ragionevole che la nuova proprietà sarà composta da ACI, Regione e, in forma minoritaria, da ACM, che di fatto andrebbe a perdere la quota di controllo.

La vecchia gestione di SIAS, di cui lei rappresenta l’unico elemento di continuità, era stata accusata di non portare risultati. Come vanno le cose adesso?
Il risultato di SIAS sul 2016 è inevitabilmente difficile. Del resto, sarà così anche in futuro: con richieste così sproporzionate rispetto ai bilanci, nessuna gestione sarà mai in grado di generare ricavi adeguati. Proprio per questo avrei preferito che la parte gestionale di SIAS potesse essere valorizzata in modo più collaborativo, tenendo conto del buon livello di managerializzazione avviato con la precedente gestione. È del tutto comprensibile che ACI volesse il controllo della Società: ha però deciso di avere modalità distruttive, che non hanno portato benefici. Come membro di ambedue le gestioni (Dell’Orto e Zanchi, ndr), devo dire che entrambi i Cda hanno cercato di fare del loro meglio, pur con le competenze diverse di ciascuno. Il primo consiglio si è trovato di fronte all’iniziale assenza di una organizzazione interna che potesse permettere l’inizio di una gestione sana. Era veramente una società molto in difficoltà, di fatto priva di strumenti di controllo di gestione: ciò ha reso difficilissimo il primo anno, e ha richiesto risorse in termini di consulenza. Spese duramente contestate ma imprescindibili. Ricordo che l’ultimo budget della precedente gestione conteneva un’ipotesi di pareggio. Anche alla luce del risultato che si profila quest’anno, penso che la motivazione del cambiamento di governance della SIAS dello scorso maggio non si possa ascrivere a motivi di competenza e capacità delle figure dirigenziali apicali.

Ma in concreto i conti come vanno?
Quest’anno, dai dati in mio possesso, probabilmente la perdita supererà il capitale sociale. Era difficilissimo fare bene, e resta difficilissimo ora, al netto di alcuni ostacoli personali al mio secondo insediamento. Marco Coldani (direttore dell’Autodromo, ndr) ha lavorato part-time, e non è certo una modalità ideale vista la portata dei nodi da sciogliere. Anzi, il problema principale è, credo, proprio non aver capito la natura delle difficoltà che avevamo e abbiamo di fronte. C’era bisogno, c’è tuttora bisogno, al di là di capacità manageriali precise, di una grande unità tra ACI, ACM, SIAS e questo territorio. A questa unità, al lavoro comune per il bene del territorio non è stato dato nessun valore. Questo non ci ha reso certo vincenti.

Sono parole dure, presidente. È inevitabile chiederle a chi attribuisce la responsabilità di questo.
C’è sicuramente una responsabilità da parte di Angelo Sticchi Damiani (presidente ACI, ndr), che comprensibilmente, ma con una modalità che non condivido, ha avocato a sé molte scelte in ragione del forte impegno economico di Automobil Club. Però non posso non rilevare che ciò che giustificava le sue scelte era il ruolo personale insostituibile nella definizione del contratto. E oggi quel contratto non c’è. Dal mio punto di vista, con contratto o senza, la gestione non può dirsi migliorata dal momento che, nella previsione per fine anno, il budget non è stato rispettato, e con uno scostamento importante.

Cioè? Sarà ancora un anno in perdita?
Per pochissimi euro non siamo in 2447 (l’articolo del codice civile che regola la soglia legale del capitale sociale, ndr) al 30 settembre, ma considerando le perdite messe in previsione ci andremo sul 2016. Ho dovuto chiedere, a fronte della bozza di semestrale giuntaci a settembre, un cda urgente che si è già svolto e ha portato a una nuova convocazione per il 17 novembre, a cui dovrà seguire un’assemblea straordinaria. La mia richiesta è stata ovviamente recepita, ma mi ha sorpreso essere stata io la prima a farla.

Che dice Regione, che si è impegnata a fondo per il rinnovo?
Personalmente non ho informazioni da parte di Regione. Ma mi chiedo: se per caso – e non c’è ovviamente da augurarselo – non si firma con Ecclestone, qui che succede? Che vie d’uscita immaginiamo per la società? Per non parlare del territorio, che avrebbe davanti a sé una prospettiva apocalittica.

Ecco, il territorio. Il sindaco?
Ovviamente è al corrente di tutto: da un punto di vista politico il mio unico interlocutore è proprio lui. Sono consapevole di gestire – per quel che mi compete – un bene pubblico, e cerco di mettere la massima chiarezza in quel che faccio, a maggior ragione con le istituzioni e con i cittadini, motivo per cui ho accettato la richiesta di intervista del suo giornale. Credo che abbiamo aspettato troppo. Nessuno in questo momento ha la certezza che si faccia il GP nel 2017. E più passa il tempo, più aumenta la possibilità che il contratto non si firmi. Uno scenario, questo, gravissimo: sia per il territorio sia per la società che ho l’onore di rappresentare.

È vero che c’è un contenzioso tra SIAS e comune sulle tasse da pagare? E la convenzione sarà modificata? Come?
Confermo che, come già noto fin dalla precedente gestione, IMU e ICI sono argomento di trattativa tra SIAS e il comune. La mia posizione personale è piuttosto semplice: SIAS deve rispettare la legge, come chiunque altro. Quanto alla convenzione, sempre come parere personale, ritengo che non vada toccata in termini di cifra complessiva dovuta, soprattutto a fronte dell’esborso economico preteso da Ecclestone. Ma naturalmente su questo tema sono Consorzio e Comune che dettano la condotta.

Lei siede in questo CdA da sei mesi . Che futuro vede?
Da un punto di vista strategico non vedo nulla in programma per SIAS . Non ho avuto contezza di un piano industriale, anche perché tutto ruota attorno al GP che, come ho detto, ancora non c’è. Francamente, siamo già da tutti i punti di vista in gran ritardo nell’organizzare il necessario per assicurare un’ottima riuscita del prossimo GP, nel caso questo si tenga come spero.

Ha parlato di ACI, Regione, istituzioni, politica. Ovviamente tutti hanno diritto di replica e di intervento. Ma sul territorio fin qui non c’è stata traccia di questo dibattito, né percezione di un quadro come quello che lei ci sta fornendo. Com’è possibile?
Devo constatare con amarezza che questo territorio – anche a livello imprenditoriale – ha avuto molte occasioni di testimoniare concretamente il proprio interesse per l’Autodromo: queste occasioni, purtroppo, sono state perdute.