Il caso 25 aprile, l’Anpi provinciale: «La resistenza, un patrimonio per tutta l’Italia»

Il 25 aprile 2015 apre un caso in Brianza: è giusto ricordare i morti fascisti? In relazione agli articoli comparsi sul numero de Il Cittadino di sabato 18 aprile 2015, agli equivoci e alle polemiche che essi hanno suscitato, in redazione anche la lettera del presidente dell’Anpi provinciale di Monza e Brianza, Loris Maconi.
Monza, Loris Maconi
Monza, Loris Maconi FABRIZIO RADAELLI

Il 25 aprile 2015 apre un caso in Brianza: è giusto ricordare i morti fascisti? In relazione agli articoli comparsi sul numero de Il Cittadino di sabato 18 aprile 2015, agli equivoci e alle polemiche che essi hanno suscitato, in redazione anche la lettera del presidente dell’Anpi provinciale di Monza e Brianza, Loris Maconi.

“Gentile direttore

Innanzitutto desidero ringraziarla per il contributo che il suo giornale sta offrendo per mantenere viva l’attenzione attorno al settantesimo anniversario della liberazione. Il rischio peggiore da scongiurare è quello è quello dell’indifferenza. Ben vengano quindi tutti i contributi che servono ad evitare tale rischio.

Mi permetto di chiederle un po’ di spazio per esprimere la mia opinione su alcune affermazioni che riguardano l’ANPI , contenute nel suo articolo dell’ultimo numero del giornale.

Lei sostiene”l’ANPI si è spesso distinta per una battagliero e rigida custodia ideologica della storia, fino ad arrivare a veri e propri episodi di strumentalizzazione politica della resistenza”.

Credo che questa sia una visione molto parziale della storia e della natura della nostra associazione.

Subito dopo la guerra abbiamo vissuto una fase che , forse , ha privilegiato la necessità di mantenere compatto lo spirito di appartenenza. Da molti decenni , però , l’ANPI si batte affinché la resistenza venga considerata non come patrimonio di una parte , ma patrimonio dell’intero popolo italiano ,come avviene per il 14 luglio in Francia.

Oramai , dopo settanta anni, penso che abbiamo raggiunto una maturità culturale e una consapevolezza storica che ci consentono di abbandonare ogni forma di retorica e di uscire da una visione mitica delle vicende della resistenza. Le riflessioni filosofiche di Norberto Bobbio e le ricostruzioni storiche di Claudio Pavoni sono per noi un punto di riferimento essenziale , grazie alle quali possiamo guardare alla resistenza senza timore di evidenziarne anche limiti e debolezze.

Proprio per questo abbiamo organizzato un ciclo di incontri a Monza su” resistenza e antifascismo “ Abbiamo voluto offrire una seria e qualificata riflessione , convinti che , in questo modo , il valore della resistenza possa uscire con ancora più forza per il contributo che ha dato alla liberazione del nostro paese dall’occupazione nazista , alla sconfitta del fascismo e alla conquista di una Costituzione ,degna di un paese civile e democratico.

In altra parte del suo articolo afferma :” ricordare anche i morti di parte fascista significa sottrarli alla coltre di Ignazio e di odio che per lunghi decenni ha espongo la lorio storia dalla memoria collettiva “ .

Nessuna ignavia. Ricordiamo bene e sono ben documentati nelle ricerche da noi promosse tutti i personaggi e i protagonisti del regime fascista che ,anche in Brianza , si resero responsabili di inauditi atti di violenza e di sopraffazione contro ogni oppositore del regime.

Nessun odio. Il sentimento dell’umana pietà e la comprensione del dolore di tante famiglie ci appartengono totalmente.

Nemmeno nessun dubbio , però , che non si possa confondere l’umano sentimento della pietà con il dovere di distinguere e di individuare i meriti di chi ha combattuto dalla parte giusta e le colpe di chi si è schierato dalla parte sbagliata. Italo Calvino ha scritto “ siamo tutti uguali davanti alla morte ,siamo tutti diversi davanti alla storia” . La pietà vale per tutti , ma onore ,memoria e gratitudine sono dovuti solo a quanto hanno combattuto e sono morti per il bene della democrazia e del popolo italiano.

Spesso si invoca a tale proposito la necessità della pacificazione. Non serve è già avvenuta. Cito da un documento del CLN di Lissone dell’aprile 1945 : “ cittadini è dovere di tutti astenersi da ogni azione inconsulta. Non abbandonatevi a saccheggi, distruzioni e vendette”.

In un paese diviso e distrutto le forze partigiane seppero controllare la situazione e limitare gli episodi di violenza e di vendetta ,che pure ci furono ma che in nessun modo possono offuscare il valore della resistenza italiana. Distinguere e attribuire in modo corretto meriti e colpe è utile anche oggi . In questi anni di crisi e di difficoltà rischiano di riprendere fiato forze che si richiamano al fascismo e al razzismo. Un corretto esercizio della memoria rappresenta un forte antidoto per sconfiggere queste pericolose tendenze

Grazie per la disponibilità
Loris Maconi*
*Presidente dell’ANPI provinciale di Monza e Brianza