Il canale Villoresi è quasi pronto per produrre l’energia elettrica monzese

Sarà un 2015 memorabile per il Villoresi. Il canale d’irrigazione compie 125 anni e si è fatto un doppio regalo: sarà fondamentale per riempire d’acqua il sito di Expo 2015 e a Monza produrrà energia elettrica. Ma i cantieri fanno arrabbiare i residenti.
Il canale Villoresi è quasi pronto per produrre l’energia elettrica monzese

Sarà un 2015 memorabile per il Villoresi. Il canale d’irrigazione compie 125 anni (è stato infatti completato nel 1890 con lo scopo di portare le acque del Ticino fino alla Martesana) e si è fatto un doppio regalo. Sarà fondamentale per riempire d’acqua il sito di Expo 2015 (le prove di invaso di un paio di settimane fa sono state un successo). E a Monza produrrà energia elettrica.

Stanno procedendo a tutto vapore i lavori per la realizzazione delle quattro nuove centrali idroelettriche che il Consorzio che gestisce il canale ha deciso di costruire in città. Meglio togliersi dalla mente le troppo facili e suggestive immagini di invasi artificiali tipiche dei bacini idrici di alta montagna. Si tratta di un investimento molto costoso, sette milioni e 250mila euro per l’esattezza, che prevede lo sfruttamento dell’energia prodotta dall’acqua nei quattro salti che il Villoresi compie nel territorio monzese.

I cantieri sono aperti e operativi in via Solferino, in viale Lombardia, in via Monte Bianco e in via Borgazzi. Saranno strutture molto piccole, che impatteranno in maniera relativamente modesta sul tracciato del canale. E anche in superficie, per la verità, i monzesi vedranno ben poco. I macchinari saranno posizionati all’interno dell’alveo del canale: turbine e alternatori funzioneranno sotto l’acqua. I cantieri hanno determinato la chiusura, a singhiozzo, della pista ciclabile lungo il canale. Purtroppo i lavori, previsti da anni (il primo studio di fattibilità è addirittura del 1995) bucheranno l’appuntamento con Expo: se non ci saranno intoppi le turbine entreranno in funzione alla fine dell’anno.

Non si tratta di un progetto del tutto nuovo, visto che già tra fine ‘800 e i primi del ‘900 era funzionante una centrale elettrica lungo il corso del Villoresi. E l’energia prodotta, che fine farà? Ogni turbina potrà produrre a regime 250 kWh di energia, l’equivalente del 5% del fabbisogno cittadino per quanto riguarda le sole abitazioni. L’energia prodotta resterà a Monza: verrà ritirata dal Gestore nazionale dei servizi energetici e immessa nella rete cittadina dove potrebbe essere utilizzata per la collettività. Ad esempio? Potrebbe illuminare i percorsi ciclabili lungo lo stesso Villoresi oppure gli edifici pubblici (scuole comprese), oppure il parco di Monza e la Villa Reale. Questa energia a Km zero potrebbe rappresentare un risparmio significativo nella pesante bolletta energetica pagata ogni anno dal Comune.

A pagare dazio per questo progetto sono i residenti delle quattro zone interessate dai lavori. Un caso su tutti: quello dei residenti di via Luigi Meraviglia, traversa di via Monte Bianco: una stradina a fondo cieco sulla quale si affacciano alcuni condomini. Nelle prime settimane di vita i cantieri, per gli abitanti dei complessi residenziali, sono stati un vero inferno. Probabilmente per recuperare il ritardo accumulato nell’apertura del cantiere (o almeno questa è la risposta che si sono sentiti dare i monzesi coinvolti nel problema) gli operai erano già operativi fin dalle 7 del mattino; in alcuni casi, la giornata lavorativa proseguiva ben oltre le 23 di sera. Spesso tecnici e operai erano in cantiere anche nel fine settimana.Un quotidiano inferno di rumore che ha reso quasi impossibile vivere nelle immediate vicinanze del cantiere, con gli operai impegnati a sbancare l’alveo del canale per diverse decine di metri per procedere poi alla costruzione delle infrastrutture necessarie alla messa in opera delle turbine.

Ora la situazione sembra essersi assestata, anche se non sono mancati momenti di tensione in occasione del taglio di qualche pianta, necessario per la realizzazione delle opere ma osteggiato da alcuni monzesi che hanno parlato senza mezzi termini di “territorio deturpato”.