I vaccini antinfluenzali ora avanzano, l’Ats: “Buttateli via”

I vaccini antiinfluenzali che a novembre erano arrivati con il contagocce oggi restano sul groppone dei dottori perché ormai i pazienti non li vogliono più. L’Ats invita i medici a smaltirli insieme ai rifiuti sanitari dell’ambulatorio.
MONZA ASL VACCINAZIONE ANTINFLUENZALE - foto di repertorio
MONZA ASL VACCINAZIONE ANTINFLUENZALE – foto di repertorio FABRIZIO RADAELLI

I vaccini anti-influenzali restano sul groppone dei dottori perché ormai i pazienti non li vogliono più. E così, l’Ats invita i medici a smaltirli insieme ai rifiuti sanitari dell’ambulatorio. Finisce così, con medicinali prima agognati e poi letteralmente buttati via, l’epopea dei vaccini che nel periodo di novembre-dicembre ha visto centinaia di anziani o soggetti fragili tempestare di telefonate i medici di famiglia per reclamare la somministrazione. Allora però i rifornimenti arrivavano a singhiozzo da Ats. E, anche ad Arcore, la campagna frenava bruscamente.


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I medici di medicina generale, una decina quelli che avevano chiesto al Comune la disponibilità degli spazi in largo Vela, ricevevano le dosi col contagocce.


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«Avevo provato ad andare a Monza per ritirarne cinque» spiega Mario Acquati, uno degli storici sanitari di Arcore, «in quei giorni la situazione era la stessa anche per gli altri colleghi, capitava anche di dover discutere con i pazienti perché Ats non forniva i quantitativi che avevamo prenotato e gli appuntamenti saltavano».

I tempi si sono allungati e la campagna che doveva terminare tra fine novembre e inizio dicembre si è protratta fino ad oggi, tra l’altro con forniture di una tipologia valida solo per gli over 65 che ha ristretto ulteriormente il margine d’azione.

«A questo punto comunque i pazienti il vaccino non lo vogliono più – dice ancora Acquati – anche perché, considerato che la latenza è di 20 giorni, la copertura rispetto al virus si attiverebbe a stagione quasi terminata».

Acquati ha somministrato circa 400 vaccini. L’ultima consegna doveva essere di 90 dosi circa ma il medico, visto l’andazzo, l’ha più che dimezzata e, comunque, almeno una decina di fiale dovranno finire nel box dei rifiuti sanitari che una ditta specializzata ritirerà per lo smaltimento.

La situazione non è una peculiarità arcorese. Quadro simile a Villasanta dove il dottor Angelo Maggioni spiega: «Di solito a inizio dicembre finiamo la campagna, stavolta il termine è stato prorogato al 31 gennaio. Per questo in molti, nell’attesa, hanno preferito acquistare il vaccino in farmacia, dove possibile. Qualcuno pagando si è rivolto al San Raffaele, qualcuno si è recato in Svizzera».

E le dosi del sistema sanitario sono state condannate alla spazzatura. Un paradosso, considerato che a novembre la corsa alla dose aveva acquisito le proporzioni di una vera caccia. E ora le dosi sono da buttare.