Green pass sui luoghi di lavoro: il popolo del no in piazza a Monza, ma la protesta non sfonda – VIDEO

La protesta non sfonda. Circa duecento persone in piazza a Monza per dire non al Green pass, ma in generale la protesta non sfonda. E nel primo giorno di certificato obbligatorio per accedere al posto di lavoro i disagi sul territorio sono stati minimi.
Manifestazione no green pass
Manifestazione no green pass Fabrizio Radaelli

Nella giornata dell’entrata in vigore del green pass obbligatorio per accedere ai posti di lavoro, la protesta non sfonda. Almeno in Brianza e Lombardia ma anche nel resto d’Italia, dove i presidi sono stati numerosi, in alcuni casi anche nutriti di manifestanti ma non tali da bloccare il Paese come era nelle intenzioni degli organizzatori. Un movimento che ha avuto il suo centro a Trieste, tra i portuali, e che si è allargato, a macchia di leopardo, in tutta la penisola.

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Venerdì 15 ottobre, il primo giorno con le nuove regole è scivolato via senza particolari problemi in provincia e anche a Milano. Uno dei settori più a rischio, alla vigilia, era sicuramente quello dei trasporti. Ma i numeri ufficiali, diramati dai due colossi pubblici del Tpl lombardo, hanno certificato una situazione tutto sommato tranquilla, con treni, metropolitane e autobus che hanno regolarmente circolato in tutta la Lombardia.

Sono stati, infatti, 272 i lavoratori Atm senza green pass mentre 55 quelli nelle stesse condizioni in Trenord. Scatterà la sospensione fino a quando non saranno in regola.
Per quanto riguarda l’Azienda di trasporti milanese, non era in possesso della certificazione verde solo il 3% del personale e per questa ragione, fanno sapere dall’azienda, «i tecnici hanno cercato di riorganizzare al meglio l’esercizio» e non si prevedono particolari disagi neanche per la ripresa delle attività lavorative a pieno regime della prossima settimana.

«Abbiamo avuto un fenomeno che, sempre ieri, avevamo anticipato, che si è leggermente incrementato, ovvero un + 15-20% di malattie, che abbiamo gestito con riorganizzazione in tempo reale dei turni» ha commentato Arrigo Giana, dg di Atm.

Se il settore trasporti non ha risentito della protesta, pochissimi problemi si sono registrati nelle aziende brianzole. Nessun presidio degno di nota, la maggior parte dei lavoratori in regola con le disposizioni governative. Gli occhi delle forze dell’ordine sono stati puntati, per tutta la mattinata di ieri, su piazza Trento e Trieste, il centro di Monza. Sotto le finestre del municipio era stata infatti indetta una manifestazione contro il green pass da parte del Comitato dei liberi pensaorit. Duecento le persone che hanno partecipato al sit-in di protesta, determinate a rivendicare, secondo il loro punto di vista, la libertà di non vaccinarsi e di non avere limitazioni alla propria vita. Toni decisi ma nessun pericolo per la pubblica sicurezza: tutti i partecipanti hanno protestato in maniera assolutamente pacifica.

Una manifestazione organizzata prettamente via social, attraverso Telegram: e con lo slogan “Restiamo uniti” in duecento si sono ritrovati a sostenere «i portuali, il lavoro di tutti, il futuro di tutti» e contro «la discriminazione per la nostra libertà».

Nel mirino di quanto hanno preso parola sono finiti, ovviamente, il premier Mario Draghi ma anche il suo predecessore Giuseppe Conte, il ministro della Salute Roberto Speranza, i sindacati e in particolare la Cgil. Allargando lo spettro dei colpevoli, parole non proprio tenere sono state dedicate ai virologi Burioni e Bassetti (cui sono stati contrapposti altri virologi e scienziati «non allineati al loro pensiero» che hanno partorito «non vaccini ma dei sieri sperimentali e ci usano come cavie»), ai magistrati, all’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, a Silvio Berlusconi (Mediaset viene considerata una televisione non gradita a questo tipo di manifestazioni), alla maggioranza de giornalisti e a Romano Prodi («che ha svenduto le fabbriche italiane»).

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