Green pass, il sindaco di Monza: «Ognuno è libero, ma allora pronti a fare delle rinunce»

Il sindaco di Monza Dario Allevi interviene sul tema del Green pass dopo le recenti manifestazioni in centro. «Da sindaco sento il diritto-dovere di rivolgere l’ennesimo appello a vaccinarsi e mi auguro che le famiglie non lancino messaggi sbagliati ai figli», dice.
Dario Allevi
Dario Allevi Fabrizio Radaelli

Chi decide di non vaccinarsi deve essere pronto a rinunciare a qualcosa: il sindaco di Monza Dario Allevi è netto nel sostenere l’introduzione del Green pass. «Ognuno è libero di rifiutare la somministrazione – afferma – così come il Governo lo è di vietare l’ingresso negli stadi o nei locali a chi non è immunizzato».

«È molto difficile trovare un equilibrio tra la libertà individuale e il contrasto alla pandemia: i dati, comunque, ci dicono che i contagi stanno risalendo, ma che i ricoveri si mantengono bassi proprio perché la gran parte della popolazione è protetta dallo scudo» rappresentato dal siero.
La Lombardia, aggiunge, è la regione più virtuosa, con una percentuale di adesioni più elevata che altrove anche tra gli insegnanti: proprio per questo a settembre la riapertura delle scuole potrebbe suscitare meno preoccupazioni che in altri territori.

«Chi manifesta – riflette il primo cittadino – va sempre ascoltato anche se d’istinto non si concorda, ma sabato in piazza sono state dette cose fuorvianti, non veritiere: ogni tanto sarebbe bene tacere e affidarsi alla scienza, non all’ideologia. Da un po’ di anni la società è cambiata e ora tutti si sentono magistrati, scienziati, statisti: a militare ci hanno fatto una puntura nel petto che ci ha provocato un livido tremendo. Nessuno ha osato chiedere cosa fosse o rifiutarsi: non so cosa contenesse, so solo che per dieci anni non ho più avuto un raffreddore».

«Oggi – constata Allevi – mentre tutto il mondo sta cercando di combattere il Covid-19 con strumenti simili come il lockdown, i vaccini, il green pass qui c’è chi li considera incostituzionali. Da sindaco sento il diritto-dovere di rivolgere l’ennesimo appello a vaccinarsi e mi auguro che le famiglie non lancino messaggi sbagliati ai figli».