Aveva appena acquistato una dose da uno spacciatore, ma ai carabinieri ha raccontato che in realtà la droga era stata comprata qualche ora prima da un marocchino e che il pusher su cui stavano indagando i militari lo aveva contattato solo per sapere dove si trovava la tomba di un amico morto alcuni giorni prima. Per questo un giussanese di 40 anni si è trovato accusato di favoreggiamento personale.
L’episodio risale ai giorni scorsi. Intorno alle 13 i carabinieri della Stazione di Giussano,appostati in Via Battaglion Morbegno, vicino all’abitazione di un 55enne brianzolo, già noto per reati in materia di stupefacenti, hanno visto arrivare una Range Rover e assistito a uno scambio tra il conducente dell’auto e l’uomo che stavano controllando, che è uscito dal condominio in cui risiede e si è avvicinato al lato guida dell’auto mettendosi nella tasca dei jeans qualcosa. I due sono stati bloccati.
È seguita la perquisizione domiciliare di rito: nella casa dello spacciatore c’erano due bustine con 3 grammi di cocaina, 1.300 euro probabile frutto della vendita della droga, un bilancino di precisione e due telefoni cellulari. Per lui è scattato l’arresto. Poi è stato messo ai domiciliari.
L’acquirente, giussanese di 40 anni, aveva addosso una dose di un grammo e mezzo di cocaina. Per questo è stato segnalato come assuntore.
Al termine degli accertamenti e alla luce delle risultanze del rito direttissimo al quale è stato sottoposto lo spacciatore il compratore della droga si è visto accusare di favoreggiamento personale per aver raccontato che la cocaina, in realtà, era stata acquistata da un altro pusher e che era passato dall’amico 55enne per caso e solo per chiedergli dove si trovava la tomba di un’altra persona morta pochi giorni prima.