Giussano, i figli di una ospite della residenza sanitaria: «Al mattino ci hanno detto che aveva la febbre, nel pomeriggio è morta»

Si tratta di una 92enne ricoverata alla Residenza Amica di Giussano, uno dei nove ospiti deceduti per il virus. O almeno si presume, visto che i familiari non sanno se le sia stato fatto il tampone. Intanto altri parenti chiedono informazioni giornaliere sulla situazione.
Residenza Amica di Giussano
Residenza Amica di Giussano

«Martedì mattina abbiamo saputo al telefono che mamma aveva la febbre e nel pomeriggio ci hanno richiamato per dirci che era morta». Lei era una 92enne ricoverata alla rsa Residenza Amica di Giussano, uno dei nove ospiti deceduti per il virus. O almeno si presume, visto che i familiari non sanno se le sia stato fatto il tampone.

Secondo quanto raccontato dai figli, tutto è precipitato in pochi giorni: da alcune settimane non vedevano la madre se non attraverso qualche video-chiamata fino a martedì mattina quando hanno saputo che la mamma aveva la febbre, poi, nel primo pomeriggio, la telefonata che annunciava loro il decesso.

«Le ultime settimane sono state davvero difficili, piene di preoccupazioni – raccontano – con poche informazioni. Poi quella telefonata che non vorresti mai ricevere ci ha annunciato della morte della mamma. Abbiamo saputo che aveva la febbre il giorno stesso del suo decesso: la mattina abbiamo telefonato al medico della struttura per avere informazioni, nel primo pomeriggio è morta. Noi figli non sappiamo se le sia stato fatto il tampone, se fosse tra i positivi certi perché il tampone, stando a quanto ci è stato detto, non è stato fatto a tutti ma solo a pazienti che avevano sintomi chiari».

Intanto un gruppo di familiari con parenti ospiti della struttura di via Massimo D’Azeglio ha scritto al sindaco di Giussano Marco Citterio: «Ci preme sapere perché non siamo stati prontamente edotti di quanto stesse accadendo nella Residenza. A posteriori, solo dopo diversi giorni che giravano “indiscrezioni”, si è avuta qualche informazione perché alcuni di noi si sono attivati e hanno chiesto delucidazioni. Noi eravamo “tranquilli” e confidavamo sulla vostra pronta informazione. Può immaginare, quindi, poi la nostra rabbia, delusione e frustrazione».

Le famiglie hanno, quindi, chiesto «essendo del resto un nostro inalienabile diritto» di «essere giornalmente e costantemente informate in maniera chiara e corretta della situazione, di sapere come stanno procedendo le cure per i positivi e delle risultanze. I parenti dei positivi, in particolare, invocano questo, ma ciascuno di noi, dato che siamo una grande famiglia, ne ha caro interesse. Chiediamo anche di sapere quali sono le direzioni che i responsabili della struttura hanno deciso di seguire in merito all’esecuzione di necessari nuovi tamponi per monitorare la situazione».