Firmato a Monza il protocollo per il reinserimento lavorativo di detenuti ed ex: protagonista il mondo economico

Firmato nel carcere di Monza il protocollo d’intesa sulla promozione del reinserimento sociale e lavorativo dei detenuti, adulti e minorenni, e degli ex detenuti. Ventitrè enti e istituzioni coinvolti: per la prima volta con il coinvolgimento diretto degli attori economici della Brianza.
Monza Carcere via Sanquirico Firmatari protocollo intesa avviamento al lavoro per ex detenuti
Monza Carcere via Sanquirico Firmatari protocollo intesa avviamento al lavoro per ex detenuti Fabrizio Radaelli

La prospettiva di un lavoro rende meno vacui i giorni trascorsi dietro alle sbarre e può offrire serie opportunità di potersi ritagliare una “vita nuova” quando si torna in libertà. È questo il senso del protocollo che è stato siglato lunedì, dopo due anni di gestazione, nel carcere di Monza da ventitrè enti e istituzioni.


LEGGI A Monza la firma del primo protocollo nazionale per dare un lavoro a detenuti ed ex

La finalità è proprio la “promozione del reinserimento sociale e lavorativo dei detenuti , adulti e minorenni, degli ex detenuti e delle persone in esecuzione penale esterna”. Come avverrà? Con l’assunzione o la proroga di un contratto di lavoro presso imprese, enti pubblici o privati, cooperative o associazioni. Ma anche con il sostegno e l’avvio di un’esperienza professionale, magari con corsi di formazione specifici, e infine promuovendo la auto-organizzazione dei soggetti colpiti da provvedimenti attraverso cooperative di servizi.

A porre la firma su un grande tabellone, tra gli altri, rappresentanti del tribunale e della Procura di Monza (presenti il presidente Laura Cosentini, il giudice Airò e il procuratore aggiunto Manuela Massenz), del Tribunale di Sorveglianza di Milano e di quello per i Minorenni (e della Procura dello stesso), sempre del capoluogo, dell’Ordine degli avvocati e della Camera penale MB, della Prefettura e della Provincia di Monza e Brianza, del Comune di Monza (presenti il prefetto Giovanna Vilasi, il presidente Roberto Invernizzi e il sindaco Dario Allevi), della casa circondariale. Ma a fare la differenza, (perché, come ha detto il giudice del tribunale di Monza Emanuele Mancini: «di protocolli così in Italia ne troverete tanti»), a rendere l’accordo unico nella Penisola, è il coinvolgimento diretto degli attori economici della Brianza.

A rendersi “attori” sociali, per dirla alla Bonomi, presidente Assolombarda, tra i primi aderenti, la presenza della Camera di Commercio Milano Monza Brianza e Lodi, di Apa Confartigianato Imprese. Senza dimenticare la Fondazione della Comunità di Monza e Brianza (che tra l’altro è stato finora l’unico ente a permettere con una erogazione di 12mila euro l’avvio di un progetto concreto, un corso di formazione Cisco Academy), Afol MB e gli Ordini dei Dottori commercialisti e degli esperti contabili di Monza e Brianza e di quello dei Consulenti del lavoro sempre della provincia.


La “messa in circolo” dei curricula per fare incontrare la domanda e l’offerta di lavoro è uno degli strumenti per raggiungere l’obiettivo. Oltre a percorsi specifici di formazione e di risocializzazione. C’è tanta speranza nel ruolo che gli enti economici, Assolombarda in testa, la capofila del Protocollo, rivestiranno sia a livello di promozione del protocollo tra le associate che nella collaborazione con realtà produttive già attive nella Casa circondariale di Monza.

“L’imprenditore non è ‘solo’ un importante attore economico, ma sempre più deve diventare un attore sociale che vive in modo consapevole e proattivo la propria comunità e l’ecosistema in cui opera – ha dichiarato il presidente di Assolombarda, Carlo Bonomi – Il protocollo ben interpreta questo nuovo ruolo: imprese, enti e istituzioni del territorio, insieme per promuovere un modello di collaborazione che deve fare scuola. Diamo, pertanto, nostra piena disponibilità a coinvolgere in questo progetto quante più aziende del nostro territorio”.