Fase 2: le regole del governo per il 18 maggio, attese le decisioni della Lombardia

Sono attese per sabato 16 maggio le decisioni della Lombardia per le riaperture del 18: nella notte approvato il decreto del Consiglio dei ministri con le indicazioni. Via libera agli spostamenti all’interno della Regione.
Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte
Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte

Sono attese per sabato 16 maggio le regole stabilite dalla Regione Lombardia dopo la conferma delle aperture previste dal governo a partire da lunedì 18 gennaio, secondo step della Fase 2 per uscire dall’emergenza Covid. Lo ha confermato il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, nella serata del 15 maggio.

“Si riparte con buon senso e rispetto delle regole per garantire la salute pubblica” ha scritto il governatore intorno alle 21.30 e un’ora prima aveva assicurato che “lunedì in Lombardia – in sicurezza e nel rispetto delle regole – intendiamo aprire bar, ristoranti, parrucchieri, estetiste e tutte le altre attività per le quali era prevista una ‘ripartenza’ per il 18 maggio. Ciò dovrà avvenire seguendo i principi delle linee guida che abbiamo condiviso con gli altri governatori”.

Il Consiglio dei ministri iniziato nel pomeriggio di venerdì 15 maggio si è chiuso dopo la mezzanotte. Approvato un decreto legge – proposto dal presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, e dal ministro della salute Roberto speranza Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Giuseppe Conte e del Ministro della salute Roberto Speranza – “delinea il quadro normativo nazionale all’interno del quale, dal 18 maggio al 31 luglio 2020, con appositi decreti od ordinanze, statali, regionali o comunali, potranno essere disciplinati gli spostamenti delle persone fisiche e le modalità di svolgimento delle attività economiche, produttive e sociali”.

Lo riferisce un comunicato di palazzo Chigi che conferma il via libera agli spostamenti “all’interno del territorio della stessa regione non saranno soggetti ad alcuna limitazione. Lo Stato o le Regioni, in base a quanto previsto dal decreto-legge 25 marzo 2020, n. 19, potranno adottare o reiterare misure limitative della circolazione all’interno del territorio regionale relativamente a specifiche aree interessate da un particolare aggravamento della situazione epidemiologica”.

Vietato invece spostarsi fuori dalla Regione fino al 2 giugno “ salvo che per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza o per motivi di salute“. Dal 3 giugno saranno invece possibili, ma potranno essere limitati “in relazione a specifiche aree del territorio nazionale, secondo principi di adeguatezza e proporzionalità al rischio epidemiologico effettivamente presente in dette aree”. Insomma: le Regione ad alto contagio potranno rimanere blindate nei loro territori e “tali norme varranno anche per gli spostamenti da e per l’estero, che potranno essere limitati solo con provvedimenti statali anche in relazione a specifici Stati e territori, secondo principi di adeguatezza e proporzionalità al rischio epidemiologico e nel rispetto dei vincoli derivanti dall’ordinamento dell’Unione europea e degli obblighi internazionali”.

Le regole non cambiano però per chi è in quarantena perché positivo al nuovo coronavirus finché non dichiarato guarito (o trasferito in ospedale). Non cambiano le norme contro gli assembramenti in spazi pubblici o aperti al pubblico, via libera alle funzioni religiose ma solo se vengono garantire le misure di sicurezza.

“A partire dal 18 maggio, le attività economiche, produttive e sociali devono svolgersi nel rispetto dei contenuti di protocolli o linee guida, idonei a prevenire o ridurre il rischio di contagio nel settore di riferimento o in ambiti analoghi, adottati dalle regioni o dalla Conferenza delle regioni e delle province autonome, nel rispetto dei principi contenuti nei protocolli o nelle linee guida nazionali. In assenza di quelli regionali trovano applicazione i protocolli o le linee guida adottati a livello nazionale”. Le Regioni possono limitare le aperture, quindi: ed è in questo senso che sono attese le decisioni di palazzo Lombardia per sabato 16 maggio. Nei bar e nei ristoranti la distanza tra clienti dev’essere di un metro (era stato ipotizzato due), nei negozi di abbigliamento serviranno guanti monouso per toccare la merce.

In ogni caso le Regioni dovranno fornire giorno per giorno l’andamento dell’epidemia per tenere sotto osservazione la curva ed eventuali seconde ondate (che tutti in realtà si aspettano). “In relazione all’andamento della situazione epidemiologica sul territorio, la singola regione, informando contestualmente il Ministro della salute, può introdurre misure derogatorie, ampliative o restrittive, rispetto a quelle disposte a livello statale”.

Le sanzioni previste dal decreto fanno riferimento al decreto-legge 25 marzo 2020 e stabiliscono il pagamento di una somma da euro 400 a euro 3.000, “aumentata fino a un terzo se la violazione avviene mediante l’utilizzo di un veicolo”. Nei casi in cui la violazione sia commessa nell’esercizio di un’attività di impresa, si applica altresì la sanzione amministrativa accessoria della chiusura dell’esercizio o dell’attività da 5 a 30 giorni: le autorità possono disporre anche la chiusura provvisoria dell’attività o dell’esercizio per una durata non superiore a 5 giorni.